Malavoglia: la recensione di Valentina Torlaschi
telegram

Malavoglia: la recensione di Valentina Torlaschi

Malavoglia: la recensione di Valentina Torlaschi

Dopo Rosso Malpelo, il regista siciliano Pasquale Scimeca prende ancora spunto dalle pagine di Giovanni Verga per interpretare il presente. Questa volta la storia è quella de I Malavoglia che il film rivisita in chiave moderna per mettere in luce le problematiche dell’Italia di oggi, in primis l’immigrazione e la disoccupazione.
Girato in Sicilia tra Pachino e Portopalo (la città più a Sud d’Europa dove «la Tunisia – come ricorda il regista –  dista meno di Milano da Roma»), il film ci traghetta per dei luoghi (veri) dove il tempo si è come fermato, dove la natura (il mare soprattutto) è un’entità minacciosa, incontrollabile e dove i cellulari, i computer e gli impianti stereo sembrano ancora delle presenze estemporanee, quasi aliene. Da questi luoghi, ci si affaccia su un Sud ancora più disperato mentre il ricco Nord è una realtà lontana. Lì vivono i Malavoglia, una povera famiglia di pescatori tra cui troviamo il giovane ‘Ntoni, 20 anni e una passione per la musica tecno, che incontra e adotta il clandestino Alef ben presto ribattezzato Alfio (un personaggio naïf che ricorda vagamente Scamarcio in Verso l’Eden). Un’esistenza modesta ma ben presto martoriata da una serie di guai che si susseguono uno dopo l’altro, a partire dalla nave della Provvidenza che affonda dopo una traversata in cui trasportava non lupini bensì un carico di immigrati… Sarà un rap scritto da ‘Ntoni musicando i proverbi del nonno a risollevare le sorti di tutti.
Tra lacrime e rabbia, il film è un puzzle di diverse generazioni alla deriva che lottano contro un’ineluttabile destino “da ultimi, da vinti”. Un film indipendente dalla carica originale (soprattutto per il legame tra vecchi e nuovi poveri, i pescatori e i migranti), a tratti didascalico (come la figura della madre che poi impazzisce) ma che con umiltà ha fatto proprio il messaggio di Verga e di Visconti (che da I Malavoglia trasse La terra trema). Con un cast che si avvale di molti attori non professionisti, Scimeca è riuscito a comporre un’epopea dei giorni nostri, un dramma sociale tutto sommato meno pessimista che fa dei giovani i veri protagonisti. E che ai giovani vorrebbe parlare. Ma sempre tenendo un occhio al passato perché, come recita la canzone scritta da ‘Ntoni, “Ascolta i vecchi che non ti sbagli…”.

Guarda il trailer e leggi la trama di Malavoglia

Mi piace
L’ambientazione in una Sicilia contemporanea e arcaica al tempo stesso. Girato tra Pachino e Portopalo, il film ci traghetta per dei luoghi (veri) dove il tempo si è fermato.

Non mi piace
Alcuni personaggi didascalici (come la figura della madre che impazzisce).

Consigliato a chi
A chi ama le rivisitazioni dei classici. E a chi vuol immergersi nei paesaggi di una Sicilia selvaggia.

Voto: 3/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA