Se volete prendervi una pausa da computer grafica, effetti 3D e storie con vari livelli di lettura, ecco il film che fa per voi: 103 minuti di gag, canzoni e stralunata comicità con un unico effetto speciale ammesso, i famosi pupazzi e i loro animatori. Un cocktail che funziona sempre quando al comando c’è Kermit la rana e sullo sfondo una missione apparentemente impossibile. Sì perché i pupazzi creati da Jim Henson, qui diretti da James Bobin, tornano a invadere il grande schermo per difendere i loro vecchi studios. La vicenda si apre con la storia di Walter, un bimbo-muppet inseparabile dal fratello (lui un umano fatto e finito, lo sceneggiatore Jason Segel, con tanto di fidanzata, Amy Adams), che arriva a Los Angeles per visitare gli stabilimenti cinematografici dei suoi idoli comici. Sul posto, ormai in rovina, si trova per caso ad ascoltare i piani di un ricco petroliere, Tex Richman (Chris Cooper) che compra gli studios con lo scopo di raderli al suolo ed estrarre l’oro nero dal sottsuolo. Ma il contratto ha una clausola speciale: se i Muppet riusciranno a racimolare 10 milioni di dollari per riscattare la proprietà entro pochi giorni, Richman perderà i diritti d’acquisto. Come riuscire nell’impresa ora che la gang è divisa da anni? Solo Kermit può riunire tutti e metter su uno show.
Tra viaggi sulla mappa e momenti da musical anni ’50, il film scorre fluido e riesce a intrattenere le nuove generazioni soprattutto con le gag di Animal, Fozzie e Gonzo, mentre i più grandi, meglio se fan dei Muppet, apprezzeranno soprattutto i divertenti momenti musicali: dalla nostalgica sigla dello show, a una straordinaria cover di Smells Like Teen Spirits dei Nirvana, fino all’immancabile tormentone Mahna Mahna. Tre sequenze che da sole valgono il prezzo del biglietto e servono a far digerire alcune ingenuità di sceneggiatura e qualche clichè soprattutto sulla storia di Walter, costretto a crescere anche se vorrebbe restare un eterno Peter Pan. Gustosissime anche le carriere parallele cui i Muppett dispersi si sono dedicati dopo lo scioglimento del gruppo: Gonzo è il re dei sanitari, e ha creato un impero milionario producendo e vendendo water; Miss Piggy è volata a Parigi dove fa la giornalista di moda per le taglie forti presso Vogue; Animal è in una clinica per curare gli attacchi di rabbia e segue le terapie addirittura con Jack Black; Fozzie è in una band tributo dei Muppet in cui Piggy è impersonata da un maiale maschio e Dave Grohl, il leader dei Foo Fighters nonché ex batterista dei Nirvana, suona la batteria al posto di Animal.
Ma il film è pieno di altri volti noti, da Alan Arkin nei panni della guida ai Muppet Studios, a Zack Galifianakis in quelli di un senza tetto, fino alle apparizioni di Mickey Rooney, John Krasinski, Emily Blunt, Selena Gomez, Neil Patrick Harris e Whoopy Goldberg. Eppure la grandezza dei Muppet non sta nella capacità di riuscire a coinvolgere nelle loro avventure volti noti del cinema, ma nell’aver creato dei veri e propri pupazzi-star che gli spettatori seguono ormai con naturalezza sia davanti alle quinte, cioè nel momento delle esibizioni, che dietro, quando ci è dato di immaginare la loro vita “privata”. Una magia che gli anni non sembrano sul punto di compromettere.
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Mi piace
La magia dei Muppet è sempre viva, e i momenti musicali sono gustosissimi
Non mi piace
L’impianto della storia è davvero ingenuo, come era facile aspettarsi
Consigliato a chi
Ai nostalgici dei pupazzi parlanti, ma anche a chi è stufo di 3D e computer grafica
Voto: 3/5
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