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I Pinguini di Mr. Popper: la recensione di Emilia Iuliano

I Pinguini di Mr. Popper: la recensione di Emilia Iuliano

Metti un giovane e potenziale Scrooge, che ha le manie di grandezza del Bruce Nolan di Una settimana da Dio e l’elastica espressività di Ace Ventura, a New York. Fai in modo che riceva un dono inatteso da un “fantasma” del passato. E otterrai I Pinguini di Mr. Popper. L’originalità, infatti, non è esattamente il fiore all’occhiello della nuova commedia di Mark Waters (La rivolta delle ex, Quel pazzo venerdì), che scivola spesso in gag scontate, già viste e pure ripetitive. D’altra parte il regista ha puntato tutto sulla presenza scenica del protagonista, che strappa più di una risata e dimostra di non aver perso smalto e carisma, tenendo alta la memoria dei personaggi che lo hanno reso celebre – forse anche troppo – nei panni di un immobiliarista senza scrupoli che ha investito tutto nella carriera, emarginando famiglia e sentimenti. Le emozioni torneranno prepotentemente a galla grazie ai pinguini ereditati dal padre assente-pentito, di cui – ovviamente – il figlio ha ripercorso le gesta meno nobili, riuscendo ad allontanare i suoi. Jessica Fletcher, pardon, Angela Lansbury, rimetterà insieme i cocci del passato di Mr. Popper, a sua insaputa, finendo per ricordare inevitabilmente la signora in giallo.



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Mi piace
Jim Carrey che fa il verso a Jimmy Stewart e nonostante il passare degli anni non perde la sua verve comica. New York, location ideale per il film: il regista ne coglie gli scorci migliori



Non mi piace
La sibillina sensazione di déjà-vu che accompagna tutta la visione



Consigliato a chi
Ama quella Maschera inossidabile di Jim Carrey e non ne ha mai abbastanza delle sue “smorfie”



Voto
2/5


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