Il buono, il matto, il cattivo: la recensione di Giorgio Viaro
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Il buono, il matto, il cattivo: la recensione di Giorgio Viaro

Il buono, il matto, il cattivo: la recensione di Giorgio Viaro

Nel sottobosco degli autori poco conosciuti al grande pubblico europeo, ma amatissimi dai cinefili più incalliti, quelli che viaggiano per festival e comprano i loro blu ray in rete, uno dei nomi più in voga negli ultimi anni è quello del coreano Kim Jee-Woon, autore dello scatenato western d’oriente Il buono, il matto, il cattivo, in arrivo nelle nostre sale grazie alla Tucker Film (dietro ci sono gli stessi ragazzi che ogni anno organizzano il fenomenale Far East Film Festival).
Kim in realtà in patria è un regista pop, uno che alterna horror e noir girando storie che viaggiano sempre a ritmi formidabili, tanto che in estremo oriente i suoi film sono blockbuster annunciati. Inoltre usa un linguaggio cinematografico assolutamente internazionale, tanto che in Italia due suoi film sono già arrivati in sala negli anni scorsi: A bittersweet life e A tale of two sisters (mentre in molti si augurano arrivi presto anche lo straordinario noir I saw the devil).

Il buono, il matto, il cattivo è naturalmente un omaggio agli spaghetti western, in cui  la ricerca di personaggi iconici, abituati alle sentenze da mandare a memoria e dal grilletto infallibile, sono parte di un teatrino coloratissimo e tendente al grottesco, un po’ come accadeva in Sukyiaki Western Django di Takashi Miike. Magia, suggestioni steampunk e rese dei conti tra la polvere di imponenti pianure desertiche, servono una storia basata su un canovaccio semplicissimo: siamo in Manciuria, negli anni ’30, dove un killer vanitoso e arrogante, un ladro casinista, e un cacciatore di taglie, si mettono tutti e tre sulle tracce di una mappa del tesoro che pare conduca ai formidabili tesori appartenuti alla dinastia Qing.

Tra western e pura avventura, mischiando panorami della tradizione di genere con atmosfere più vicine al wuxia, Kim stupisce soprattutto per le scelte registiche al limite dell’acrobatico, con piani sequenza ed altre evoluzioni della macchina da presa che, ad esempio, nella sequenza iniziale del treno in corsa, reggono il confronto con il pirotecnico corrispettivo di film con budget molto superiori come Fast Five (anche se il film è costato comunque dieci milioni di dollari, non un budget irrisorio).
Il buono, il matto, il cattivo arriva in Italia dopo aver incassato nel mondo 44 milioni di dollari, e vederlo in sala è la classica occasione da non lasciarsi scappare.

Guarda il trailer e leggi la trama del film

Mi piace
Una regia acrobatica al servizio di un divertentissimo omaggio agli Spaghetti Western

Non mi piace
Il film è talmente ricco visivamente e a livello di sottotrame, che dopo due ore e dieci si rischia l’indigestione

Consigliato a chi
Vuole scoprire cinematografie e autori meno noti senza correre il rischio di annoiarsi

Voto: 4/5

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