Iniziò nel 2010 con “Alice in wonderland” il fenomeno di portare al cinema le favole classiche, in chiave dark o meno, e spesso rivisitando il ruolo di qualche personaggio. “Biancaneve e il cacciatore” rientra in questo filone cinematografico, pellicola che purtroppo non ha pienamente convinto né pubblico né critica, ma su una cosa tutti concordavano: l’indiscussa brillante performance di Charlize Theron nei panni della strega Ravenna. L’attrice Premio Oscar era l’anima della pellicola, ed è proprio il suo personaggio la chiave per questo prequel/sequel del precedente film. La sua Ravenna anche quando non è in scena domina l’intera vicenda, ma non è solo lei il vero punto di forza del film.
“Il cacciatore e la regina di ghiaccio” si rivela un fantasy ottimamente realizzato, una pellicola con una trama che riesce a brillare di luce propria, i riferimenti alla storia di Biancaneve sono pochissimi, dando spazio ad un vero e proprio film fantasy, moderno, ricco di citazioni e riferimenti all’ultimo cinema fiabesco, facendo di questa pellicola una goduria sia per gli amanti delle favole sia per gli estimatori del genere fantasy. La buona riuscita del film è dovuta ad una trama ben costruita ed articolata, ricca di colpi di scena, scandita da un montaggio sempre incalzante. I personaggi femminili trovano un posto di prim’ordine nella storia, e vengono approfonditi a tutto tondo, esplorando la loro complessità e ambiguità.
Le tre protagoniste danno vita a dei personaggi splendidi, cogliendo l’essenza dei loro personaggi, partendo da una raggiante Chastain, ad una ben misurata Blunt fino ad una ipnotica Theron, messe ancor di più in risalto da una regia che riesce sapientemente a valorizzare con molti primi piani e campi lunghi i volti espressivi delle tre attrici. Le sequenze d’azione sono ben dosate all’interno del film, e nella battaglia finale la regia dà vita ad un coinvolgente scontro, di cui la magnetica Theron è nuovamente il cuore pulsante, la quale riesce a superare le sue agguerrite colleghe.
Il film ha toni di ben più ampio respiro rispetto alle altre pellicole del genere, riuscendo ad unire momenti intensi, movimentati e comici, trovando il giusto dosaggio per non annoiare mai. I dialoghi scritti in maniera acuta riescono a celare qualcosa di profondo, come il rapporto a doppio taglio tra sorelle, l’amore, il dolore. Meravigliosi sono gli scambi di battute tra Ravenna e la sorella Freya, ricchi di pathos e tensione emotiva. Notevole è l’apparato tecnico del film, in cui spiccano colonna sonora e costumi. Unico neo del film è una voce narrante troppo didascalica, che in alcuni casi sminuisce la pellicola.
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