Nonostante una misera paga, Marti (Daphne Scoccia) accetta di fare da dogsitter a Ugo, piccolo bulldog francese di una ricca e tirchia signora (Anna Bonaiuto). Al parco, la ragazza fa la conoscenza del Dottor Mopsi (Edoardo Pesce), sedicente veterinario dai capelli strambi che le fa un’allettante proposta. Marti, dopo essersi consultata con la sua compagna, Rana (Silvia D’Amico), decide di accettare: eppure, Mopsi non è esattamente chi dice di essere…
Parte come una leggera commedia, Il colpo del cane, che segue inizialmente le due ragazze tra feste con amici, agitate fughe in macchina e decisioni sbagliate. Poi, però, il film devia in un flashback per approfondire una seconda storia: quella di Mopsi, che in verità si chiama Orazio ed è un metallaro dall’aspetto losco ma dal cuore buono, un disoccupato romantico che finisce per invaghirsi della sua vicina di casa. Pur mantenendo un ritmo spigliato, la commedia assume via via dei toni sempre più amari, e a venire in mente sono certi racconti di Niccolò Ammaniti, i suoi personaggi tragicomici che si trasformano controvoglia in freak a causa delle sfortune che gli accadono di continuo. Edoardo Pesce, da elemento secondario, diventa il protagonista principale del film, molto convincente nei panni di questo perdente cappellone costretto a diventare un villain per sopravvivere.
Ma che cosa hanno in comune le storie di Marti e Orazio? Sulla carta lei è una vittima e lui un usurpatore; in verità, però, entrambi non sono altro che giovani allo sbaraglio, figli del precariato che desiderano solo un lavoro onesto con cui guadagnare qualche soldino.
Il regista Fulvio Risuleo – anch’egli molto giovane (compirà 29 anni a gennaio) – è vicino ai suoi personaggi e non li giudica mai: a risaltare, piuttosto, è uno sguardo carico di empatia, merito anche della naturalezza del cast, che evita le esagerazioni caricaturali tipiche delle commedie italiane in nome di un approccio più sobrio ma decisamente efficace. I 93 minuti di visione scorrono senza intoppi, fino a quell’epilogo in cui ad arrivare è un’ulteriore svolta sul punto di vista, un’ultima corsa verso la libertà tra stupore e straniante commozione. E infine, non possiamo che affezionarci a Orazio, Marti, Rana e al cagnolino Ugo.
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