Avrei potuto liquidare ‘sto biopic dicendo che Letizia Lamartire non è Asif Kapadia o Alex Gibney, invece ho molt’altro d’aggiungere.
Gl’esperti di marketing hanno calcolato che l’effetto nostalgia raggiunge il suo apice con un gap di circa 30 anni, dunque è arrivato il momento di monetizzare pure la storia di Baggio. Eliminato qualunque elemento che non rientr’in tale logica affaristica, il film è mediocre e fa riflettere su ciò ch’è stat’omesso:
1) gli sport agonistici si basano su organismi giovanili che si stanno deteriorando sempre più velocemente con l’incremento delle prestazioni richieste: https://www.ilgiornale.it/news/sport/non-solo-calcio-record-ko-nel-tennis-1890338.html
2) essi svolgono una funzione foucoultiana di controllo sulle masse: https://books.google.it/?id=ZjeLXtF3vawC&pg=PT4
3) essendo la gran parte degl’atleti ancora in fase (tardo)adolescenziale, il transfert giocatore/allenatore quale figura genitoriale è inevitabile, e Sacchi fu il 1° a inserire nello staff per i mondiali un pedagogista (Renzo Vianello): https://archivio.unita.news/assets/main/1994/06/22/page_027.pdf, https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/15/soldi-stelle-strisce.html, https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/19/rigori-li-tiri-chi-puo.html. Avendolo avuto come docente universitario (https://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/Vianello_maggio%202014.pdf), pertanto avendone conosciuto di persona l’incredibile impreparazione professional’e accademica, con lui come “motivational trainer” quella spedizione oltreoceano non sarebbe potuta finire diversamente.
Tralascio ulteriori considerazioni sul buddhismo come forma spiritualmente dissimulata di training autogeno e biofeedback.