Sophie (Ruby Barnhill) è un’orfanella di Londra. Durante una delle tante notti insonne passate a leggere, scorge dalla finestra una creatura non esattamente umana (Mark Rylance). E pure lei viene notata. Di lì in poi la sua vita cambierà per sempre. Il gigante è stato scoperto e non può rischiare che la sua identità venga rivelata al mondo, così rapisce la piccina portandola balzo dopo balzo nella (non così lontana) terra dei giganti. Con grande sorpresa Sophie scoprirà che i 7 metri del suo nuovo amico sono poca cosa di fronte alle stazze ancor più imponenti dei vari ScrocchiaOssa (Adam Godley), InghiottiCiccia (Jemaine Clement), Sangue-Succhia (Adam Godler) e gli altri compari. Tutti prepotenti e soprattutto sempre alla ricerca di umani da mangiare. Questo gigante invece, ribattezzato “gentile” dall’umana, o meglio “urbana” come lui stesso la chiama, fa un mestiere davvero speciale: creare e portare i sogni ai bambini soffiandoglieli dentro con uno speciale strumento. Adattamento cinematografico del romanzo “Il GGG” scritto nel 1982 da Roald Dahl, è sbarcato sul grande schermo Il GGG – Il grande gigante gentile (2016, di Steven Spielberg). E fu proprio durante una delle sue incursioni porta-sogni che Sophie vide il gigante per la prima volta. Si sentiva la mancanza di un film come Il GGG – Il grande gigante gentile. Steven Spielberg è tornato a lasciare il segno in un genere che in passato gli ha regalato tante soddisfazioni e un’ammirazione eterna da parte di fan in tutto il mondo. Sono poche le fiabe capaci di regalare autentiche emozioni. Senza strafare né utilizzando sopravvalutati effetti tridimensionali, il regista parla di sogni, infanzia e collaborazione tra mondi diversi. E chissà se quel leggere di Sophie sotto le coperte altro non sia che un omaggio a Bastian e La storia infinita (1984). Il GGG – Il grande gigante gentile non è un film né un cartone animato. La nuova opera Spielberghiana penetra dentro come i sogni soffiati dal gigante dentro il corpo dei bambini. Oggi i sogni di qualsiasi età sono sempre più a rischio. Non serve essere orfani per sentirsi abbandonati e senza nessuno al mondo. Alle volte è sufficiente un amico vero per cambiare il corso della propria esistenza e quella di tanti altri. Banale? Semplicistico? Stucchevole? E se fosse solo magicamente veritiero?
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