Da ‘Spider Man’ a ‘Il mago di Oz’ il passo può essere più o meno breve ma è, per certo, quello che ha compiuto Sam Raimi.
Il film maker americano, noto per l’horror cult ‘La Casa’, torna al cinema fantasy con questa trasposizione fiabesca del ciarlatano, sedicente mago, Oz.
In breve: un James Franco poveraccio e truffaldino, abbandona il Kansas (e la fiera itinerante in cui si esibisce) per giungere, dopo innumerevoli peripezie aeree, nell’incantato regno di Oz.
In questa terra leggendaria, scoprirà di essere al centro di una profezia che lo vede condottiero dei giusti nella battaglia per liberare questa terra incantata dal controllo della strega cattiva.
In questa missione sarà aiutato da: una scimmia volante, una bambolina di porcellana e, naturalmente, dalla strega buona (Michelle Williams).
Oz dovrà compiere un lungo viaggio, prima di tutto interiore, e avrà bisogno di tutto l’aiuto dei suoi nuovi amici, dato e considerato che le streghe cattive diverranno, ben presto, due.
Raimi dà corpo a questa trasposizione per lo più noiosa ma che, in rari momenti, riesce ad accarezzare il cuore, anche dei più grandi.
James Franco è un artista di primo livello e sicuramente un buon attore anche se alle volte gigioneggia senza ritegno.
Incantevole Michelle Williams e notevole l’interpretazione di una Mila Kunis in continua (e rapida) ascesa.
Credibile (e malefica doppiogiochista) Rachel Weisz che rispetta, senza un lamento artistico, un copione monotono che non le chiede il ben che minimo acuto recitativo(di cui per altro ha dato prova di essere ben più che capace).
Bocciata l’idea di girare i primi 20 min in bianco e nero e a schermo ridotto col fine di rendere maggiormente credibile il passato in cui si svolge la storia.
Il 3d è pressoché inutile visto che, togliendo gli occhialini, la qualità della pellicola non subisce un considerevole tracollo (come invece dovrebbe essere).
Gli effetti speciali e visivi variano dall’eccellenza di alcune sequenze, all’incredulità per la sciatteria di altre immagini.
Capita più volte che l’immagine si sgrani, rendendo praticamente impossibile, per lo spettatore, distinguere il soggetto sullo schermo (avviene per lo più per soggetti che si muovono ad alta velocità e sullo sfondo).
Un’altra nota di demerito colpisce la sequenza dei rampicanti, palesemente scopiazzati da ‘Transformers’ (Wheelie, Desepticon del secondo film della trilogia di Michael Bay).
Le musiche sono orecchiabili e navigano, placide, tra la sufficienza e l’anonimato.
In conclusione: una fiaba che ha come punti forti il cast e alcune sequenze appassionate ma che paga il ‘fattore hollywoodiano’, troppo incentrato sulla confezione e troppo poco sulla qualità del prodotto.
Raimi colleziona un altro progetto che si accasa nell’universo della sufficienza e del dimenticatoio.
Ps: l’ambientazione iniziale del mondo di Oz potrebbe ricordare quella del mondo di ‘Avatar’ (e, di conseguenza, l’ennesima scopiazzatura di questa pellicola)
Voto: 6
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