Il grande Gatsby: la recensione di ale5b
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Il grande Gatsby: la recensione di ale5b

Il grande Gatsby: la recensione di ale5b

Baz Luhrmann riadatta il racconto di Scott Fitzgerald, “Il Grande Gastby” rimodellandolo nel suo stile. Se è vero che l’occhio vuole la sua parte, Luhrmann che alle sue spalle vanta pochi ma storici lavori come Moulin Rouge, Australia e Romeo + Julietta, è pronto a regalare ad un classico della letteratura, un vestito moderno estremamente chic.

Negli anni ’20 degli Stati Uniti, il fascino misterioso di Jay Gatsby tiene tutti in scacco e la sua reggia è il parco dei divertimenti della città. Le sue feste sono sovrappopolate e spaventosamente esagerate. Attraverso gli occhi di Nick Carraway, suo nuovo vicino di casa, vedremo come tutta questa maestosità non è che solo una maschera dietro un sentimento più nobile.

Il film si divide in due parti: la prima, dove il mistero che aleggia su Jay Gatsby stuzzica e ammalia lo spettatore, viene scandita velocemente, a pari passo con l’evolversi degli eventi che colpiscono Carraway (un sorprendente Tobey Maguire), decisivo spartiacque della storia. La seconda altro non è, che un melodramma sentimentale con una sceneggiatura quasi teatrale, basata su lampi di classe degli attori che giocano su espressioni e dialoghi forti. E’ proprio lo stesso personaggio di Carraway a sottolineare questa spaccatura, defilandosi in punta di piedi a ruolo di impotente spettatore.

Il tocco di classe di Luhrmann è il creare il giusto contesto in modo che lo spettatore non cada mai in fallo sul dove, come e quando. Ambientazioni e colori sono enfatizzati con una percezione stupefacente, la colonna sonora inebriante. La casa di Gatsby è un inno alla sfarzosità dove convergono lussi, divertimenti e sospetti. E Luhrmann vince nettamente su questo piano, dove ogni sequenza diventa una splendida cartolina da tramandare. Scenografie e costumi al limite dell’eccellenza, atmosfere e contorni che calzano a pennello attorno alla magnificenza del protagonista.

DiCaprio è nel suo momento migliore, ad un passo dall’assoluta consacrazione. il suo Gatsby è un incredibile mix di mistero, sentimento, fragilità e sicurezza da renderlo immediatamente interessante. Forte quanto ingenuo, la sua imponente facciata da mecenate della società, nasconde un animo più intimo e umile. L’amore per Daisy è la sua ossessione, il rincorrerlo, la speranza che lo mantiene saldo ogni giorno. Ma sarà proprio quando la speranza diventa concreta che la sua instabilità e il suo passato usciranno allo scoperto mettendolo a nudo.

Tobey Maguire è la colonna portante, il grillo parlante timido e impacciato che ci accompagna dentro la storia. Non facciamoci ingannare dalla scarsa appariscenza al confronto di Gatsby. Il suo personaggio è formidabile e l’interpretazione che ne da, da applausi. Un buon salto verso la maturità dopo la saga di Spiderman.
Asciutti ed eccellenti a loro volta anche Joel Edgerton e Carey Mulligan, due che negli ultimi anni stanno conquistando spazi sempre più importanti sul palcoscenico hollywoodiano. Perfetta lei nella sua insicura tenerezza, altrettanto bravo lui nei panni dell’uomo infallibile.

Il Grande Gatsby è sicuramente un buon film che nonostante le oltre due ore e qualche rallentamento inevitabile, tiene caldo lo spettatore fino alla fine. Merito senza dubbio dei personaggi intriganti e della storia coinvolgente. La doppia veste drammatico/romantica è poi quella che in fondo racchiude il senso del film: perché se è vero che Jay Gatsby è la sintesi del sogno americano, è altrettanto vero che l’amore è l’unico elemento incorruttibile.

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