Dopo l’attesa di più di un anno, finalmente ieri sera sono riuscita a vedere il Grande Gatsby in 3D.
La cosa che più mi ha colpito di tutto il film, è stato scoprire quanto Baz Luhrmann fosse poetico ; ne avevo già il sospetto e questo film lo ha confermato tra i registi in assoluto più sentimentali del millennio.
Ho adorato ogni fotogramma, ogni ripresa e ogni inquadratura del suo film.
Mi sono innamorata e sono ritornata a credere nei sogni, solo ed esclusivamente per una sera.
Ho pensato, che tutto, potesse essere possibile e che infondo forse, se ci si crede davvero nessun sogno è inafferrabile.
Gatsby, un sognatore, un romantico, un Dandy.
Alternarsi di scene in cui le sfarzose feste di Gasby, lasciano il posto al suo malinconico e solitario volto, inquieto ed enigmatico ; insistenti inquadrature degli splendenti e scintillanti occhi azzurri, di Leonardo DiCaprio, che brillano, di luce e speranza verso un futuro che spera possa realizzarsi così come lo ha sempre desiderato.
Come tutti i sognatori, Gatsby deve scontrarsi con la dura e crudele, nonché cruenta realtà, amara come il fiele, distruttrice di tutto ; ma non per questo lui demorde, assolutamente.
Continua infatti, infettato da quest’assurda speranza, ad amare, a sognare di poter realizzare il suo più grande sogno ; avere Daisy, l’unica donna per cui sarebbe disposto a sacrificare tutto, l’unica donna per cui ha costruito la sua vita come un’impalcatura delle più sfarzose.
Dietro questo sentimentalismo, si nasconde però, la sua immatura fragilità, l’animo del ragazzino ripugnato dalla società che nonostante i suoi sforzi non riuscirà mai a sentirsi parte di quel mondo che tanto finge di idolatrarlo, ma che infondo lo disprezza, così come ancora oggi, si disprezzano le persone d’animo puro e si gratificano e rispettano quelle disoneste e corrotte.
Se dovessi quotare una frase come la più bella e importante del film è senza dubbio quella di Nick Carraway : “Sono solo dei farabutti, da solo vali più di tutti loro” ; in queste parole è racchiusa tutta l’autenticità di Gatsby, che purtroppo però, a quanto pare solo Nick riesce a vedere.
Tutto il film, ma soprattutto le insistenti inquadrature del cielo stellato mi hanno riportato con la mente a Moulin Rouge, un’altra pietra miliare del film romantico d’autore.
E che dire dei colori? Meravigliosi, deliziosi e incantati. Un mondo che sembra essere quello di una fiaba, il mondo che Gatsby ha creato, isolandolo da tutto il resto, ai margini della realtà, della vita vera, che è quella delle miniere, delle persone sporche di fuliggine che sopravvivono, senza sogni e senza più speranza.
Due mondi paralleli quindi in contrasto l’uno con l’altro, incompatibili tra loro, ma che nell’insieme conferiscono al film corposità e solidità.
La cosa in assoluto, che più ho apprezzato di questo film è che Baz Luhrmann è stato COMPLETAMENTE FEDELE al romanzo, senza alterarlo, senza appesantirlo, senza modificarlo. L’unico film che abbia mai visto in vita mia, rispecchiare per filo e per segno un romanzo. Per la prima volta, posso dire che lo avevo davvero immaginato così.
Consigliato a tutti quelli che, vivono di sogni, amano la speranza, adorano il romanticismo e combattono contro la fredda e insipida realtà.
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