Un bel film, davvero.
La storia è quella, sia per chi amò il primo Grinta che per i novelli: Mattie, una ragazzina di soli quattoridici anni vuole vendicare la morte di suo padre.
Non conosco(ahimè!) la versione originale, però qui il concetto del vendicarsi viene un po’ accantonato e ci si impone di riflettere su altro.
Ovviamente Il Grinta, un uomo in costante rapporto con la morte che non vede una strada da seguire nella sua vita ormai già vissuta.
Anche questa se vogliamo è una storia di ‘rinascita’, come molte che escono in questo periodo nelle sale, come quella che solo l’anno scorso regalò a Bridges il suo unico Oscar.
Il vice sceriffo Cogburn ad un certo punto della sua vita si “scontra” con la personalità e la purezza di Mattie Ross, che tanto tale non è, dato che richiede il sangue dell’assassino del padre.
Ma grazie alla piccola ritrova un po’ sé stesso, riscoprendosi di più del volgare sceriffo ubriacone ed omicida che è divenuta la sua figura.
Un Jeff Bridges MAESTOSO, che dà il volto a questo difficile personaggio in modo impeccabile, davvero grandioso.
Hailee Steinfeld è molto brava per essere così giovane(difficile pensare che abbia la mia stessa età); forse il suo personaggio però doveva essere un po’ più sensibile, come una figlia che ha perso il padre dovrebbe sentirsi.
Resta indubbio però un certo talento dimostrato.
Il personaggio rappresentato da Matt Damon mi fa pensare ad un comunemente detto ‘scemo’, e diventa quasi anonimo, non credo solo per la vicinanza di Jeff Bridges ma proprio per il suo ruolo che non gli rende onore, ma solo una figuraccia; almeno regala scene umoristiche molto simpatiche durante la visione.
Il finale mi ha fatto storcere un po’ il naso, strano forte, però ci può stare.
La scenografia, i costumi e la fotografia sono stati i lavori tecnici migliori.
I Coen dirigono il loro nuovo film, forse(troppo) pieno di aspettative da parte del pubblico, ma che funziona.
Non si parla certo di riscoperta del Western; è un western moderno riuscito bene e davvero gradevole.
E come motivazione per vederlo basta solo Jeff Bridges.
Ok ragazzi, QUESTO era il commento obbiettivo, pensiamo a ciò che mi viene in mente tenendo conto delle 10 NOMINATION…
Una parola: ESAGERATO.
No, scusate, 11 Oscar vinti è il massimo.
Ora, è certo che Il Grinta non vincerà in tutte le categoria in cui è stato nominato, ma…sarebbe vicino a BEN-HUR, TITANIC e IL SIGNORE DEGLI ANELLI?
Stiamo scherzando?
E’ un bel film, sì, ma si limita a quello, nient’altro e soprattutto non un capolavoro da 10 fottute nomination!
Jeff Bridges è un diavolo, la sua nomination ci sta e accetterei pure costumi, scenografia, forse fotografia, ma non mi spiego tutte le altre.
I Coen tentano di rifare il western volendo misconoscere Wayne, Ford, Leone e lo stesso western, dicendo che non appartiene a quel genere.
Sarà possibile che essendo sopravvalutati, le aspettative alte hanno coperto gli occhi della critica?
Per tutti è un capolavoro, ma diamine, è lontano mille anni dal capolavoro!
Insomma, mi fa infuriare, almeno “il film da oscar” Il discorso del re merita, ma che premiassero Inception e Black Swan!
Se volete vederlo, fatelo, merita una visione, ma non pensate alle 10 nomination, vi rovinereste solo quell’ora e cinquanta.
I Coen tra l’altro non fanno una regia particolare, dirigono bene ma si limitano a svolgere il loro compito.
Un bel film con una buonissima interpretazione, mi ripeto, che però non vale assolutamente quelle 10 nomination che preannunciavano un capolavoro a cui personalmente non ho assistito.