I fratelli Coen si sono superati in un remake non scontato, ottima regia anche se il film parte un po’ in sordina con musiche che, sempre inizialmente, sembrano essere poco adatte all’atmosfera “western” della pellicola. Il film decolla quando incomincia il viaggio dei due protagonisti, Mattie Ross (Hailee Steinfeld, una nuova scoperta con talento da vendere anche se credo che in lingua originale il suo personaggio renda di più) coadiuvata da uno “sporco” “Rooster” Cogburn, un Jeff Bridges opposto a quello “candido” e decisamente Zen visto in “Tron: Legacy”. Finalmente un ruolo azzeccato anche per Matt Damon che negli ultimi tempi aveva avuto una caduta di stile. Anche se la trama può sembrare banale: una dolce(?) ragazzina il cui coraggio nel vendicare la morte del padre riesce ad intenerire il cuore del più duro dei duri, tutto è proposto in un’ottica veramente poco patinata e introdotta in un’ambientazione a tratti mozzafiato e non fa storcere mai la bocca. In definitiva direi che le nomination agli Oscar se l’è guadagnate tutte anche perché in tempi come questi dove, come dice la “il tempo ci sfugge” è sempre bene soffermarci su temi che riescono a smuovere anche la scorza più dura.
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