Il Lato positivo è un film drammatico che nasconde una grande storia d’amore. Tratto dal romanzo di Matthew Quick, “L’orlo argenteo delle nuvole”, è diretto da David O. Russell e conta nel cast la partecipazione di diversi attori di grandissimo talento.
Pat (Bradley Cooper) e Tiffany (Jennifer Lawrence) sono due persone problematiche vittime di forti traumi psichiatrici (il tradimento della moglie lui, la morte precoce del marito lei). Dal loro incontro troveranno, attraverso un semplice patto, la forza necessaria per ritornare lentamente alla normalità: Tiffany dovrà aiutare Pat a riconquistare la moglie alla quale non può avvicinarsi per legge, lui dovrà aiutare lei a partecipare ad una gara di ballo.
Arrivato nelle nostre sale forte dell’esito degli Oscar, rimette ai nostri occhi giudizi condizionati. Tra le tante nomination, è tanto decantata la bravura degli attori. E’ vero. La recitazione dei due protagonisti annichilisce le carenze della trama e un finale grossolano. Il rapporto tra Pat e Tiffany è indiscutibilmente il fulcro del film, la colonna portante sulla quale si basa tutto il contorno. Si avverte l’equilibrio precario, la sottile linea di confine che scandisce gli stati d’animo altalenanti dei personaggi. Cooper e la Lawrence sono maestosi nelle loro interpretazioni. Il loro è un incontro/scontro salutare, un sorreggersi a vicenda in un rapporto che vede l’uno offrire una spalla all’altro e viceversa. L’alchimia instaurata è terapeuticamente magica, il loro flirt è velato, involontario, ma carico di reciproco piacere nel frequentarsi. Entrambi sono fatti “a loro modo”. Pat è motivato a recuperare il rapporto con la moglie, non trova altro motivo per svegliarsi la mattina. Si fa carica del karma che l’esperienza dell’istituto psichiatrico gli ha fornito: excelsior, proprio quel lato positivo che gli consente di vedere sempre la parte migliore delle cose. Tiffany è più giovane, determinata, bellissima, qualità che passano in secondo piano quando si rimane vedova di un marito poliziotto morto prematuramente. In comune hanno tanto. Persone dal forte carattere, talmente fragili allo stesso tempo da doversi misurare a piccole dosi. Fragili ma non sole. Se la famiglia di Tiffany preferisce un sostegno più discreto, quella di Pat è cosi folle da nasconderne la drammaticità interiore. Pat Senior (un ottimo De Niro) è un maniaco ossessivo compulsivo, improvvisato allibratore locale, che vive di football, manie e riti scaramantici. Il suo piccolo mondo è tutto qui tranne che per il mancato rapporto con il figlio Pat al quale preferisce il fratello Jake. Tutto è un equilibrio delicato anche tra le mura di casa, tutto è un equilibrio fuori. Non solo Tiffany, il padre e la madre ma ogni persona con la quale Pat entra in contatto. Dal compagno di riformatorio Danny al vecchio amico Ronnie, fino al dottor Patel. Il film brulica di particolarità e densità dei rapporti ma è sempre Tiffany a trovare il giusto ago della bilancia. Tiffany che urla, Tiffany che promette, Tiffany che pretende, Tiffany che intriga. E i momenti intimi di ballo, non sono poi cosi male.
Russell lo aveva già dimostrato con lo splendido The Fighter quanto sia bravo a tirare fuori il meglio dai suoi attori. Lo aveva fatto con Mark Walhberg e Cristian Bale, lo ha fatto questa volta con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Le poche lacune tecniche sono compensate dalle atmosfere ansiose (nei primi minuti Cooper sembra ripetutamente una molla pronta a scattare), dialoghi al vetriolo e maniacale attenzione ai dettagli comportamentali. Jennifer Lawrence per essere poco più che vent’enne sembra già una prima scelta, forse però ha perso qualcosa nella conversione in doppiaggio. Bradley Cooper offre una performance alla pari e si consacra come uno dei migliori attori della sua generazione. Tutti gli altri, De Niro in primis, sono sapientemente collocati attorno. Il Lato Positivo è un film che merita la visione, offre performance da pièce teatrale e insegna come restare a galla quando le acque profonde sono subito dietro l’angolo.
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