Il richiamo: la recensione di Francesca Romana Moretti
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Il richiamo: la recensione di Francesca Romana Moretti

Il richiamo: la recensione di Francesca Romana Moretti

Lea (Francesca Inaudi) e Lucia (Sandra Ceccarelli), vivono e lavorano a Buenos Aires, sono due donne completamente diverse, ognuna col suo modo di vedere e vivere la vita, entrambe però devono combattere con i loro drammi interiori e le loro situazioni irrisolte. Dal giorno in cui le loro vite si incrociano le due si trovano a intraprendere un viaggio fisico, mentale e spirituale, che le porta fino alla Patagonia, alla riscoperta di loro stesse e alla definizione di un nuovo senso per la propria vita.
Il richiamo è un film sulla vita, sul tormento interiore, sulla malattia, sull’amore universale e sull’amore individuale, ma soprattutto è un film sulle donne: sulla loro forza e sulla voglia di rinascere trasformando gli ostacoli in slanci per la “salvezza”.
Attraverso i dettagli il film “costruisce” e racconta i personaggi di Lea e Lucia; allegra, irriverente, colorata negli abiti e nei modi di fare la prima; seriosa, razionale, severa e monocromatica la seconda. La caotica Buonos Aires in cui vivono simboleggia per le donne una “gabbia” che impone limiti e condizioni da cui scappare. Lea ne è consapevole e fa di tutto per fuggire; Lucia invece non sa ancora che allontanarsi da quel mondo è l’unico modo di ricominciare a vivere. Entrambe legate a una relazione stabile in cui non si ritrovano più, la prima volontariamente e la seconda a causa dei tradimenti del marito, si incontrano e diventano due facce di una stessa donna: una donna che si sottrae alla “protezione” maschile e decide di rendersi libera per ritrovare se stessa.
Lo spettatore recepisce il tema del cambiamento grazie anche alla divisione della pellicola in due parti: la prima, ambientata nella metropoli dai ritmi frenetici e metodici (come quelli a cui deve sottostare Lea nella catena di montaggio della fabbrica), dove gli spazi e le imposizioni mentali sono claustrofobiche, è una realtà in cui si interpreta una vita che va stretta; la seconda, ambientata tra gli idilliaci paesaggi della Patagonia, invece dà respiro e speranza, non ci sono confini né costrizioni, non c’è più nessun ruolo da interpretare e le donne possono finalmente essere loro stesse e guardare l’orizzonte alla ricerca di una nuova consapevolezza.
Il richiamo è un film forte e coraggioso raccontato con estrema delicatezza, che deve molto alle ottime interpretazioni delle protagoniste che interiorizzano perfettamente le ansie e i drammi dei loro personaggi. Sia la Inaudi che la Ceccarelli riescono perfettamente a raccontarci di Lea e Lucia molto di più di quello che viene mostrato esplicitamente: le parole non dette e gli sguardi sofferti ci trasmettono le loro ferite e la loro voglia di rinascita.
Una pecca del film è invece il doppiaggio che fa perdere l’aderenza alla realtà; un episodio su tutti è il momento in cui le donne si sentono per la prima volta al telefono, qui la battuta della Ceccarelli: «Salve, lei deve essere italiana; lo sento dal suo accento…», lascia un po’ perplessi; forse in questo caso sarebbe stato utile lasciare la pellicola in lingua originale e magari mettere i sottotitoli.
 

Mi piace
Le strepitose interpretazioni di Francesca Inaudi e Sandra Ceccarelli.

Non mi piace
Il doppiaggio che, in alcuni momenti, fa perdere naturalezza e realismo al film.

Consigliato a chi
Ama i film che raccontano come il dolore e le difficoltà portino alla “rinascita”.

Voto
3/5

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