Il sapore del successo: la recensione di Donato Prencipe
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Il sapore del successo: la recensione di Donato Prencipe

Il sapore del successo: la recensione di Donato Prencipe

Bradley Cooper nell’insolita veste di chef di successo, Adam Jones, ci delizia con piatti da favola e qualche urla roboante nei meandri della cucina. Caduto nel baratro a causa del suo pessimo comportamento nei confronti di amici e colleghi, conseguenza dell’uso spasmodico di alcool e droga, oltre ad un’infanzia non propriamente idilliaca, fugge letteralmente da Parigi per provare a sconvolgere Londra con la sua cucina, provando a tornare alla ribalta con l’obiettivo di raggiungere la terza stella Michelin, assoluta onoreficenza in campo culinario. Per cavalcare i suoi propositi però dovrà scontrarsi con il passato, che fatica ad abbandonarlo continuando a tormentarlo con banchi di prova difficili da digerire e con l’evoluzione creativa che la cucina ha subito nell’era moderna. La “cucina” di John Wells (The company men), regista del film, si compone di Sienna Miller (American sniper), Omar Sy (Troppo amici), Daniel Brühl (Rush), Riccardo Scamarcio (Manuale d’amore 2), della dottoressa Emma Thompson e di un cameo di Una Thurman. Dopo i vari Masterchef, Hell’s Kitchen e altri programmi ancora della tv, le cucine di alta scuola si trasferiscono, in questo caso, nelle sale cinematografiche, dispensandoci virtuosismi culinari e lanci di piatti che si frantumano al muro, così come la voglia di vedere ancora scene e teatrini del genere. Non stiamo parlando di un brutto film, è ben girato, con attori altrettanto bravi, però ciò che manca è una base di novità a quest’invasione di chef stereotipati che perdura oramai da diversi anni, anche troppi. La famosa sterzata su idee nuove di zecca e violente prese di posizione purtroppo non c’è stata, per cui ci limiteremo a vedere il film, spuntando i vari ingredienti al nostro ricettario di casa. Buon appetito!

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