In Time: la recensione di Frenck Coppola
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In Time: la recensione di Frenck Coppola

In Time: la recensione di Frenck Coppola

Ritorna il classico appuntamento con la recensione del film scelto per voi dalla programmazione settimanale, la scelta è ricaduta sul fantascientifico In Time diretto da Andrew Niccol ed interpretato da Justin Timberlake.
Qualche settimana fa mi sono ritrovato a sponsorizzare sulle mie pagine In Time per Medusa Film e non conoscendo il film ho espresso parole molto positive su di una trama che aveva più di un motivo di interesse al suo interno, questa sera era il momento per valutare quanto erano appropriati i miei pensieri positivi.
Alla regia di In Time c’è un vero e proprio futurista quali Andrew Niccol, nel suo piccolo palmares da regista posso ricordare Gattaca e S1mone, due titoli che vanno oltre l’immaginario collettivo con uno sguardo sempre attivo su di un sistema comandato dai ricchi, per In Time il tema non cambia.
La valuta corrente è il tempo, tempo che scorre via dalle mani come granelli di sabbia, un problema che viene risentito soltanto dal ghetto lasciando come al solito fuori da ogni ragionevole rischio i ricchi ed in questo caso immortali.
La sua abilità nel trasformare la classica storia di Robin Hood in un racconto del futuro è fondamentale per la riuscita del film, il regista riesce a celare una sceneggiatura troppo poco originale con la creazione di un universo veramente unico e per certi aspetti drammatico.
L’eterna lotta dei poveri contro i ricchi per ritagliarsi una benchè minima possibilità di sopravvivenza nella società è da sempre un tema scelto da tanti registi e per questo Niccol sembra avere strada spianata davanti a se anche se spesso si ha l’impressione di rivivere un film già visto semplicemente con ambientazioni diverse.
La scelta del cast da parte della produzione conta punti positivi,ma non solo, attori come Cillian Murphy e il nuovo che avanza, Justin Timberlake, regalano più di uno spunto per critiche positive, meno incisive invece le interpretazioni di Amanda Seyfried e Alex Pettyfer.
Justin Timberlake oramai sembra aver intrapreso una strada che lo porterà di sicuro ad essere uno degli attori più ricercati di Hollywood, ben 7 anni son passati da Edison City ed il suo cammino è sempre più luminoso spaziando dalla commedia al drammatico passando per l’action senza problemi, proprio come una vera star.
Cillian Murphy a mio modo di vedere continua ad essere l’eterno incompreso, un attore con il suo potenziale troppo spesso viene utilizzato per i ruoli più disparati senza mai dargli una possibilità di dimostrare il suo talento con un ruolo da protagonista coi controfiocchi, al momento il ruolo da villain è quello che gli è più congeniale, ma lui è molto di più di questo.
Per Amanda Seyfried il passaggio da attrice di film per ragazzi a grande star matura è ancora lontano, forse il suo esame arriverà con il prossimo biopic Lovelace, ma per il momento rimane incastrata nelle sue recitazioni ancora troppo poco mature, da rivedere sicuramente.
Alex Pettyfer è il vero punto negativo dell’intero cast, una grande promessa che a poco a poco si sciolta come neve al sole, il suo ruolo da protagonista nel fantasy Io Sono il Numero Quattro gli aveva dato quello slancio che lo stesso film non aveva avuto, ma il flop Beastly lo ha riportato coi piedi per terra, con In Time il volo verso il basso è ancora più netto, peccato.
Nonostante In Time ruoti in un contesto futuristico è difficile vedere effetti speciali degni di un film di fantascienza, l’action c’è tutto, ma mancano i cosiddetti fuochi d’artificio, quegli effetti che fanno del genere il punto forte, vedere la scena del volo con l’auto dal ponte per credere….
Bella la colonna sonora composta da Craig Armstrong, ogni scena pare legarsi alla perfezione col contesto raccontato, nelle scene d’azione trasmette adrenalina, in quelle più tristi invece emozioni, è bello vedere che la corsa contro il tempo sia scandita da musiche che sottolineano ancor di più quell’aria di disperazione.
In conclusione In Time è un film riuscito nonostante si tratti di una sceneggiatura non troppo originale, l’idea di giocare sul tempo di vita delle persone è una novità assoluta nel panorama cinematografico.
La sfida aperta tra i personaggi di Murphy e Timberlake ricorda molto da vicino i vecchi action dove ogni mossa sembra essere quella decisiva sia da una parte che dall’altra e fino alla fine c’è quell’impressione che uno vinca sull’altro e viceversa.
Consiglio la visione di In Time a chi da sempre vive controcorrente e si riconosce in chi vuole cambiare il sistema in qualsiasi modo possibile, per tutti gli altri lo consiglio per ammirare la bellezza di Timberlake e Seyfried.

Frenck Coppola

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