“Dicono che il tempo sia la fiamma ardente nella quale bruciamo”. Frase presa da un film di fantascienza. Argomento che lo accomuna a questo, ben fatto, ‘In Time’. Quando questo genere, secondo me sin troppo bistrattato, incontra il sociale o il socio/politico bisogna sempre stare un pò attenti. Perchè si rischia di annoiare o di essere troppo scontati e banali. Qui no; la trama prende subito vita, la storia si dipana senza incorrere in retoriche inutili (e spesso dannose)e gli attori si trovano così a loro agio nella parte da risultare accattivanti (e per uno come Timberlake è tutto un dire). La nuova economia si basa sul tempo. Si può arrivare anche ad uccidere per avere del tempo in più dopo il compimento del venticinquesimo anno di età. E la disparità di condizione fra chi ne ha troppo e chi invece lotta e lavora come mulo per avere una settimana in più risulta maracata, insostenibile. La gente non esce più di casa e se lo fà, di corsa, è solo per guadagnare del tempo utile, prezioso, indispensabile per poter continuare a vivere a differenza degli ‘agiati’ che fanno tutto con calma, con pacatezza perchè loro hanno secoli, da spendere. Il ‘povero’ (Timberlake) e la ‘ricca’ (Wild) si incontrano e si misurano, diventando così i nuovi ‘Robin Hood e lady Mariane’ di questa favola fantascientifico/ sociale così vicina ai giorni nostri e alla situazione economica che tutto il mondo sta attraversando: incertezza, paura, difficoltà nell’andare avanti e il bisogno di vivere per lavorare e non il contrario purtroppo. Guardando questo film mi sono venuti in mente i migliori lavori di Philip K. Dick (la lotta per il tempo e il magnate che naviga negli ‘eoni’ mi hanno riportato alla mente la lotta per avere l’aria da respirare nel film ‘Total Recall’) ma anche Spinrad, Ellison (c’è un suo racconto che è molto simile alla sceneggiatura di questo film) e Asimov (il crollo dell’impero costruito sul tempo mi ha riportato alla mente le storie della ‘Fondazione’). In sostanza per chi, come il sottoscritto, ama il genere questa pellicola non è assolutamente da perdere. Piacerà però anche a chi non mastica assolutamente niente di letteratura fantascientifica ma ama le storie ben scritte e che contengano metafore perfettamente riconducibili ai giorni nostri.
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