Into Darkness - Star Trek: la recensione di luca ceccotti
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Into Darkness – Star Trek: la recensione di luca ceccotti

Into Darkness – Star Trek: la recensione di luca ceccotti

Non è mai cosa semplice dirigere un Reboot. E non importa il genere al quale appartenga, che sia esso horror, commedia o come in questo caso fantascientifico, perché il termine di paragone con l’originale sarà comunque inevitabile. Per questo motivo, se le major scelgono di imbarcarsi in queste operazioni rischiose, devono avere delle certezze. Ebbene, J.J. Abrams alla regia è una certezza. Star Trek rivide la luce nel 2009 e la virata giovanile e più action dell’Enterprise non solo si accaparrò il favore di una larga fetta di pubblico, ma anche parte della critica entusiasta lo battezzò come uno dei migliori reboot di sempre. Sono passati quattro anni dall’uscita del film, e finalmente è arrivata l’ora di poter godere del sequel. E dopo il ritorno alla luce…Into Darkness Star Trek!

Ci troviamo nel giorno 55 dell’anno 2259. L’equipaggio dell’Enterprise è appena tornato a San Francisco dalla sua missione esplorativa su Nibiru. Nel frattempo a Londra, un attentato ad un archivio della Federazione miete vittime ed impone lo stato d’allerta, portando comandanti e primi ufficiali a riunirsi in seduta straordinaria per discutere dell’accaduto e procedere di conseguenza. John Harrison, uno dei migliori agenti della Federazione, è il responsabile dell’accaduto, e Kirk ed equipaggio si imbarcheranno in una vera e propria caccia all’uomo, con risvolti interessanti nel procedere della trama e con molte sorprese da scoprire.
Into Darkness si presenta esattamente come il degno sequel della rivisitazione Abramsiana di Star Trek. Tutto ciò che di buono c’era nel capitolo precedente, qui viene ampliato egregiamente, partendo dagli effetti speciali: le immense scenografie, pulite nella loro costruzione grafica ed oltremodo realistiche, regalano allo spettatore due ore di pura estasi visiva, rendendo questo secondo capitolo uno dei migliori esponenti moderni del genere fantascientifico. Naturalmente, pur essendo visivamente molto ricco, Into Darkness gode anche di un ottimo cast, capeggiato ancora una volta da Chris Pine/Capitano Kirk e Zachary Quinto/Spock, il cui rapporto è ancor più indagato e messo a dura prova dalle difficoltà che dovranno affrontare per sconfiggere Harrison. E proprio qui arriva il pezzo forte del film. E con pezzo forte si intende Benedict Cumberbatch.

Lo sdoganatissimo interprete di Sherlock Holmes nell’omonima serie BBC, qui si dimostra ancora una volta un attore straordinario e versatile, la giovane quintessenza della figura attoriale british: propenso alla drammaturgia ed elegante e raffinato nella sue interpretazioni. Il suo John Harrison è un villain spietato, con un visione d’insieme unica, super forte e intelligente. Un personaggio che per più di una volta ci attirerà dalla sua parte a causa dell’intensità della sua determinazione e del suo fascino. Così come non si potrà che amare la sempre divertente interpretazione del Signor Scott ad opera di Simon Pegg, qui al suo meglio. Purtroppo, il resto del cast e relegato al semplice accompagnamento dei ruoli principali, avendo poco spazio di espressione. Davvero un peccato, se si pensa a come ad esempio Mccoy/Karl Urban, in un trama del genere, avrebbe potuto fare molto di più.

Se comunque a livello visivo e recitativo è quasi privo di imperfezioni, la densità della trama e della narrazione, pur rimanendo di ottima fattura, hanno delle imprecisioni che si vanno tutte ad accumulare sugli ultimi venti minuti finali, rovinando in parte l’intero ed egregio lavoro svolto nell’incipt e nella parte centrale, fino ad arrivare ad un finale sorprendentemente tirato e paurosamente somigliante a quello già visto nel capitolo precedente (anche se per una sua logica). Espediente narrativo o meno, l’idea che ci si fa è che Orci, Kurtzman e Lindelof sui i finali non sanno proprio lavorare.

J.J. Abrams nuovamente al timone del progetto dirige un film davvero eccezionale, con un colpo d’occhio studiato e sofisticato, accompagnato da ottime interpretazioni e da un villain intelligente, duro e affascinante. Un storia con intrecci e sorprese interessanti aiuta il comparto tecnico a non predominare, interessando per tutta la durata del film ma perdendosi negli ultimi minuti finali. Questo ultimo aspetto, legato al poco utilizzo di altri membri del cast, rende Into Darkness un film assolutamente da visionare, ma non sorprendente per contenuto come si aspettava. Ultimo appunto per le bellissime musiche di Michael Giacchino.

La virata giovanile ed action continua. Siete pronti a tornare a bordo dell’Enterprise?

Lunga vita e prosperità!

Voto: 7,7

Luca Ceccotti

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