Into the Woods: la recensione di Luca Ferrari
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Into the Woods: la recensione di Luca Ferrari

Into the Woods: la recensione di Luca Ferrari

Nel bosco è meglio essere in due

Nella vita come “Into the Woods” bisogna essere in due o più per venirne fuori alla grande. Molto più della Cenerentola di Kenneth Branagh, la trasposizione teatrale di Into the Woods per mano dell’esperto Rob Marshall è un autentico viaggio in un’altra dimensione. C’è la star, in tutti i sensi. La miglior attrice vivente e colei che da inizio alla storia. Meryl Streep, la strega. Si presenta senza essere stata invitata da un fornaio (James Corden) e sua moglie (Emily Blunt), colpiti senza saperlo da una maledizione che impedisce alla donna di rimanere incinta. Per rompere il crudele incantesimo dovranno procurare alla fattucchiera una mucca bianca come il latte, che troveranno a fianco del piccolo Jack (Daniel Huttlestone). Una scarpina dorata, che manco a dirlo dovranno riuscire a sfilare dal futuro piedino principesco di Cenerentola (Anna Kendrick). Non meno complicata sarà l’impresa di farsi consegnare il caldo mantello di Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford), sempre ovviamente che il famelico lupo (Johnny Depp) non arrivi prima. Infine, una ciocca bionda come il grano che si potrebbe trovare nella lunghissima chioma di Rapunzel (MacKenzie Mauzy). Sembra un labirinto questo bosco, un labirinto però piuttosto affollato. Ci s’incontra. Ci si perde. Si ritrova la strada. Cenerentola è più buffa del solito e gran merito va dato alla sua interprete. Vederla inseguita dal tronfio principe (Chris Pine) è al limite di una comica alla Benny Hill. E lui, il figlio del re, si merita una standing ovation quando nel tentativo di baciare la bella moglie del fornaio, se ne esce con una perla dal sapore “Jessica-Rabbittiano”: “Mi hanno insegnato a essere affascinante, non sincero”. Dopo qualche (dis)avventura, la quiete torna nel regno ma qualcosa è cambiato e non tutti torneranno nelle rispettive case. Ma pazienza se il futuro non sarà come lo avevamo sognato, questa nuova realtà appare molto più convincente. Dopo tutto, nessuno è mai stato davvero solo nel bosco. Adesso semplicemente lo abbiamo capito tutti.

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