Iron Man 3: la recensione di BILLY91
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Iron Man 3: la recensione di BILLY91

Iron Man 3: la recensione di BILLY91

UNA GIUSTA FINE

Il supereroe più iconico dei cinecomic targati Marvel è tornato per l’atto finale e stavolta si è voluto fare le cose davvero in grande: “Iron Man 3” presenta, rispetto ai due capitoli precedenti, varie novità e non solo riguardanti la storia e le scene d’impatto. Questo film inaugura, infatti, la cosiddetta “Fase 2” dell’universo Marvel al cinema e si propone come apripista per una nuova invasione di cinecomic nei prossimi anni. Ma andiamo con ordine.
La storia riparte da “The Avengers” (molti i riferimenti al crossover di Whedon, presenti nel film) e ci mostra un Tony Stark in preda ad incubi e continui attacchi di panico, causati dall’impatto che hanno avuto su di lui gli eventi di New York. Sarà in questo momento di debolezza che dovrà fronteggiare la sua nemesi più grande, nota anche come Il Mandarino, spietato capo di una setta di terroristi. Al suo fianco ci saranno, al solito, l’adorata Pepper Potts e l’amico James Rhodes, nell’armatura di Iron Patriot.
Tra le tante novità della pellicola, quella che si presenta più evidente è l’inedito tono serio che il personaggio di Tony Stark assume in alcune scene del film; e vale la pena di aprire una parentesi: tutti noi sappiamo quanto la campagna marketing abbia giocato su questo nuovo aspetto del film, tanto che a molti è parso logico aspettarsi un’avventura meno ironica e più introspettiva, quasi sulla falsariga del Batman di Nolan. Puntualmente, all’uscita nelle sale, sono arrivati i post che definivano il film “un grande inganno” e gli articoli sugli aspetti sì e gli aspetti no e tra questi era inclusa anche la famigerata “serietà” del personaggio. Inutile girarci attorno: stavolta la Marvel ha esagerato nella promozione, presentando “Iron Man 3” come un cinecomic semi-drammatico, cosa che non è assolutamente; l’ironia c’è ed è tanta, messa nei punti giusti e divertente quanto basta; d’altro canto esagera, però, anche chi dice che le trovate comiche di questo film esasperano quelle di “The Avengers” e sorvoliamo sulle opinioni che paiono dettate da esclusivi gusti personali: “condannare” l’aspetto della serietà, solo perché Robert Downey Jr ha un’adorabile faccia da schiaffi, pare una motivazione debole e forzata. Di contro va lodata la bella prova dell’attore che dimostra di saper esplorare anche altri aspetti del personaggio e di essere un talento versatile. Buona anche l’interpretazione del resto del cast: Gwineth Paltrow è a suo agio nei panni di Pepper, Don Cheadle risulta perfetto per James Rhodes, così come si rivelano ottimi comprimari Guy Pearce e il grande Ben Kingsley. Dispiace, invece, per Rebecca Hall, alle prese con un personaggio (una ex fiamma di Tony) che non aggiunge nulla alla trama e a cui pure sono riservate poche sequenze. Simpatici i camei di Stan Lee e di Jon Favreau, simpaticamente relegato in un letto d’ospedale.
Altra novità di “Iron Man 3” è Shane Black, sceneggiatore degli “Arma Letale” e regista di “Kiss Kiss Bang Bang”. La sua regia, senza particolari virtuosismi, si rivela pulita ed efficace e regala allo spettatore anche un paio di panoramiche niente male sulla città di Miami; ottima, inoltre, la gestione della spettacolare sequenza aerea (la migliore scena d’azione del film) in cui Iron Man salva ben 13 persone a svariati metri d’altezza. Peccato per l’abuso di CGI in alcune scene, come l’attacco a Villa Stark, e per i troppi piani di narrazione che si accumulano nel finale e rischiano di creare confusione. Vincente anche la bella colonna sonora di Bryan Tyler. Alcune trovate di sceneggiatura, come già accennato, non convincono e francamente risulta poco chiaro l’effetto del virus Extremis che guarisce gli arti malati ma trasforma le persone in spietate macchine da guerra, neanche fossero novelli Terminator…non che, di per sé, la combinazione non funzioni ma risultano non chiariti alcuni aspetti: perché si diventa degli psicopatici e si obbedisce ad un solo uomo? Cosa conferisce il potere di sputare fuoco (sì, in una sequenza è presente anche questo potere)?
Per concludere, un cinecomic non privo di difetti ma sicuramente divertente, che si presenta quale degna conclusione della trilogia dedicata al supereroe. L’unica nota davvero stonata in tutto il contesto, è stata la già citata campagna pubblicitaria che rischia, dopo i primi giorni di programmazione, di penalizzare il film e non di aiutarlo ad essere l’ennesimo grande successo di casa Marvel.

Edoardo Billato

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