Iron Man 3: la recensione di Jacopo Landi
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Iron Man 3: la recensione di Jacopo Landi

Iron Man 3: la recensione di Jacopo Landi

Sono passati più di dieci anni da quando, nel corso di una serata in Svizzera (nel 1999), il miliardario ‘genio e sregolatezza’ Tony Stark (Robert Doney Jr) s’intratteneva con la bella Maya Hansen (Rebecca Hall) e lasciava sul tetto, in vana attesa, il visionario scienziato Aldrich Killian (Guy Pearce).
Dieci anno dopo le cose sono molto cambiate. Tony deve fare i conti con il post New York (The Avengers) che gli causa dei violenti attacchi di panico e, al contempo, deve convivere con la sempre maggior paura di poter perdere (o che gli venga sottratta per via di Iron man) Pepper (Gwyneth Paltrow). Come se non bastasse, dal Medio Oriente, un terrorista senza scrupoli, che si fa chiamare il Mandarino, dopo aver seminato panico e morte in diverse zone degli Stati Uniti d’America, mira esplicitamente al Presidente.
Iron Man si ritrova quindi chiamato all’azione su più fronti, proprio nel momento di massima debolezza.
Shane Black raccoglie il testimone non tanto da Jon Favreu (regista dei primi due capitoli ma anche attore che interpreta ‘Happy’, la guardia del corpo di ‘Tony Stark’), quanto da Joss Whedon. E’ infatti ormai chiaro come Whedon non abbia semplicemente confezionato ‘The Avengers’ ma bensì abbia tracciato le linee guida di tutta quella che sarà la fase 2 di casa Marvel.
Il film, che dalla campagna promozionale doveva assomigliare a ‘Il cavaliere oscuro – il ritorno’, con importanti sfide personali e numerosi momenti tragici, risulta invece essere il capitolo nel quale si ride di più e, al contempo, Iron man compare di meno.
Robert Downey Jr, attore di razza, regala la solita interpretazione magnetica, coadiuvato da un cast che funziona piuttosto bene.
Ottima Gwyneth Paltrow e menzione d’onore per Guy Pearce che, dopo ‘Lawless’, interpreta un altro villain coi fiocchi.
Applausi anche per Sir Ben Kingsley abilissimo nel dipingere un Mandarino che per l’occasione è stato snaturato dal personaggio reso celebre dai fumetti.
Il film dura quasi due ore e questo simboleggia la voglia di Disney di non disattendere un pubblico affamato di Iron man ma soprattutto di ‘Tony Stark’.
I problemi della pellicola risiedono per l’appunto nel pochissimo tempo che viene concesso a Iron man (non più di mezz’ora su quasi due ore di pellicola).
In alcune scelte registiche (per lo più in punti chiavi della pellicola) talvolta troppo semplicistiche e nell’eccessiva aria buonista che, essendo un film Disney, permea la pellicola . Nulla da dire sul desiderio di far sognare il pubblico, regalando un lieto fine a quello che, in fin dei conti, è il racconto delle gesta di un eroe moderno ma l’eccessivo buonismo, più da cartone animato che da action super-eroistico, stride un po’ troppo, soprattutto con un personaggio ruvido come ‘Tony Stark’.
Tutto sommato, il difetto maggiore, se così si può chiamare, è che Iron Man 3 resta troppo imprigionato nella sensazione di ‘già visto’ dalla quale, invece, era riuscito a divincolarsi brillantemente Joss Whedon (nonostante avesse già i primi due capitoli della serie alle spalle).
In conclusione, resta comunque un film godibile oltre che un buon tassello da aggiungere alla filmografia e alla storia personale di Iron Man.
Probabilmente non ci sarà un quarto capitolo prima di ‘The Avengers 2’.
Ultimissima nota: menzione di plauso per il soundtrack coinvolgente (anche se scimmiotta in maniera abbastanza marcata quello di ‘The Avengers’) e menzione anche per la voce italiana di ‘Tony Stark’: il bravissimo Angelo Maggi che completa ciò che la eccellente fisicità e mimica (facciale) di Robert Downey Jr hanno cominciato.

Ps: Da non perdere:
1) Il solito cameo di Mr Stan Lee.
2) La canonica scena ‘post credits’ che vede impegnato ‘Tony Stark’ in una seduta di psico-terapia con..

Voto: 7

Informazioni tecniche: Durata: 109 min. Genere: azione

Fine
JL

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