RECENSIONE IRON MAN 3:
L’aspettativa è l’arma a doppio taglio per eccellenza nel mondo cinematografico: pericolosa per chi la crea e dannosa soprattutto in chi viene distrutta. Nasce così un mondo di possibilità attraverso la visione di trailer, attraverso presentazioni ai vari comic-con e ricche aggiunte al cast della pellicola. In questo modo l’attesa sale e sale, le aspettative diventano sempre più alte e si crea l’idea di una diversa essenza del film rispetto ai precedenti capitoli: ” Iron Man 3 sarà il migliore”, “Il Mandarino il più grande villain dai tempi del Joker di Ledger”, “il film più dark dell’universo Marvel”.
La dura realtà è che Iron Man 3 è diverso da quello che ci si aspettava.
Con questo, sia ben chiaro, non si vuole dire che deluda le aspettative, ma semplicemente queste ultime vengono traviate in qualcosa di totalmente diverso da quello visto fino ad ora e fino a poche ore prima dell’uscita nelle sale.
Shane Black, qui alla sua seconda prova registica, riesce a dirigere il film in modo “bipolare”, con scene d’azione adrenaliniche, possenti, comprensibili e con una struttura studiata ed intelligente, ma al contempo, nelle scene più statiche, come nei dialoghi, risulta più anonimo del previsto. Uno dei più grandi problemi di questo terzo capitolo di Iron Man si trova proprio nelle lungaggini, le parti, se si vuole, inutili introdotte per dare un tono più maturo alla pellicola, un tono che a Tony (scusate il gioco di parole) si addice davvero molto poco, soprattutto se la durata del film supera le due ore di proiezione. Risulta sfiancante sopportare interi quarti d’ora in un film d’azione dove, anziché darsele di santa ragione, introducono rapporti di un’intensità insignificante solo come “scappatoia narrativa”. Ma i problemi non finiscono qui, e la sceneggiatura entra a gamba tesa commettendo un grosso fallo, anche detto superficialità.
La storia di Iron Man 3 si snoda attraverso quattordici anni, dal 1999 ad oggi, nei quali viene narrata dall’onniscente (nell’accezione narrativa) Tony la sua vita da genio ribelle a supereroe bad-ass Aka Iron Man. Quattordici anni attraverso i quali il nostro eroe si è creato i suoi nemici, quali Il Mandarino ed Aldrich Killian. I suoi fantasmi. i suoi problemi.
Se le premesse di una trama avvincente ci sono tutte, la troppa carne al fuoco che viene gettata inconsciamente per tutta la durata del film crea infine il proverbiale “tutto fumo e niente arrosto”, e dispiace. Dispiace molto, perché le possibilità di indagare a fondo i personaggi e di generare un rapporto buono-cattivo pari a quello de Il cavaliere oscuro c’era. I personaggi divinamente interpretati da Ben Kingsley e Guy Pearce avevano molto da offrire, e la loro scrittura ne è la prova. La trasposizione è ottima, ma la storia che li vede protagonisti lascia loro poco spazio, declassandoli più che a villain a “contesto”. Black, anche sceneggiatore, non ha voluto fare un lavoro di egregia trasposizione, quanto di ottima contestualizzazione e satira sociale, squarciando in qualche modo il velo della datazione dei personaggi, un po’ come avvenuto per il Batman Nolaniano, ma con un risultato scisso, dove da una parte il genio di Kingsley aiuta la scrittura e crea un grande personaggio, ma dall’altra i plot twist della pellicola distruggono totalmente quanto creato. Discorso, quest’ultimo, valido per il Killian di Pearce: scritto molto bene, interpretato altrettanto, ma i plot twist ribaltano tutto e lasciano un po’ con il “ma come?!”. Fidatevi se dico che molti storceranno il naso, le dita, la bocca e chiuderanno gli occhi per il “trattamento” di questi personaggi
Quindi Iron Man 3 è una delusione su tutti i fronti? Assolutamente no, e oltre alle già citate ottime performance di Kingsley e Pearce, sono da menzionare il sempre bravissimo nel ruolo Downey Jr. e, a sorpresa, la più action che mai Paltrow nei panno di Pepper Potts.
Se ci aggiungiamo i bellissimi effetti speciali, le scene d’azione spettacolari e mozzafiato e la sempre più irriverente ironia di Stark (qui al suo meglio), Iron Man 3 risulta allora un film davvero più che godibile e divertente. Ed in fondo non è proprio a questo che mira, a farci divertire? Non è sbagliato crearsi alte aspettative da questo genere di film, ma sbagliato è distruggerlo solo per non averle rispettate. In fondo l’impact dark promesso non c’era, un villain nemesi nemmeno e a tratti è pesante, ma riesce comunque a divertire e a tenerci incollati allo schermo.
Come dicevo, traviare le aspettative non vuol dire distruggerle.
Iron Man 3 è diverso, ma comunque un signor cinecomic.
Voto: 8
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