Mi scuso in anticipo per l’eccessiva lunghezza della recensione ma ne avevo bisogno per spiegare il percorso intero della Marvel. Se leggete poi capirete perché… :)
! SPOILER !
“TONY STARK TORNERÀ.”
Queste sono le ultime parole che leggiamo in sala.
Dopo 130 minuti di film, titoli di coda e scena post-credits una voce annuncia, mentre appare scritto sullo schermo, “Tony Stark tornerà.”
Cos’è successo?
Torniamo indietro di qualche anno.
La Marvel aveva un progetto, il progetto Avengers. Cominciò a pianificare e a strutturare un percorso, che hanno portato termine egregiamente: presentare singolarmente degli eroi e poi vederli combattere uniti.
2008: esce L’Incredibile Hulk che nella scena post-credits fa apparire un certo Tony Stark per la prima volta sul grande schermo con il volto di Robert Downey Jr.. Al che, nello stesso anno, Marvel rilascia il primo film dedicato all’uomo corazzato, Iron Man appunto. Discreto successo al botteghino; la cosa più importante di questo film ai fini del progetto Avengers è la scena dopo i titoli di coda: per la prima volta ci viene mostrato un uomo, nero, pelato, corpulento, vestito di nero, con un cappotto di pelle nero che dichiara di essere Nick Fury. Ora, per chi non lo sapesse, nei fumetti Nick Fury, capitano dello S.H.I.E.L.D. –un’organizzazione di spionaggio-, è bianco, con i capelli rossi, magro e indossa un’aderente tutina blu. L’unica cosa che hanno in comune il Nick Fury dei comics e quello cinematografico (interpretato da Samuel L. Jackson) è la benda sull’occhio. Nella suddetta scena di Iron Man, questo Nick Fury dice a Stark le seguenti parole: “Sono qui per parlarLe dell’operazione Vendicatori.” Al che cala il sipario.
Cosa pensi in quel momento? Quando non sai Marvel dove voglia arrivare?
Rimane tutto in sospeso.
Proseguiamo. Due anni dopo (2010) esce Iron Man 2, diretto sequel della pellicola del 2008, che rende sempre più celebre l’eccentrico personaggio di Downey Jr. e che inserisce all’interno di una pellicola di un eroe singolo il Nick Fury di cui sopra e altri due pezzi grossi dello S.H.I.E.L.D.: Vedova Nera (Scarlett Johansson) e l’agente Phil Coulson (Clark Gregg), quest’ultimo già visto –per poco- in Iron Man. Tony Stark alias Iron Man viene dichiarato inadatto al progetto Avengers –di cui allora non si sapeva nulla- da Fury e nella scena dopo i titoli vediamo il martello di Thor, Mjöllnir, misteriosamente conficcato nel terreno e ritrovato dallo S.H.I.E.L.D..
Nel 2011 esce nelle sale Thor, film in cui lo S.H.I.E.L.D. (che successivamente riunirà i Vendicatori) si intromette sempre di più –vediamo anche un cameo di Occhio di Falco (Jeremy Renner) che farà parte degli Avengers -. Dopo i titoli si comincia a parlare del Tesseract, il misterioso cubo-portale che terrà in piedi i due film successivi della Casa delle Idee: Captain America – Il Primo Vendicatore e il fatidico The Avengers. Nello stesso anno esce il primo di questi due film: nel finale vediamo rientrare in scena ancora Nick Fury, che avevamo lasciato in Iron Man 2, e nella (ormai consueta) scena post-credits abbiamo l’onore di vedere il primo teaser trailer di The Avengers.
Il 25 Aprile 2012 la casa di produzione di cinecomic ormai –cinematograficamente parlando- più importante del mondo presenta il primo crossover di supereroi della storia, che riunisce tutti i supereroi sopra citati (inclusa la Vedova Nera) sotto il comando di Nick Fury per sventare una catastrofe di dimensioni mondiali.
Cinecomic perfetto, The Avengers, con la solita scena dopo i titoli, rimanda direttamente al futuro The Avengers 2 (salvo imprevisti in uscita nel 2015) con la presenza di Thanos.
A questo punto –dato anche l’incasso record di 1.511.800.000$ worldwide- cosa fare?
Kevin Feige –a capo dei Marvel studios- elabora un dettagliatissimo programma di cui tutto questo era solo la Fase 1.
Ora comincia la Fase 2 con Iron Man 3, Thor – The Dark World, Captain America – The Winter Soldier, I Guardiani della Galassia e The Avengers 2.
Quindi, fino ad ora, tutto era una commedia, tutto era buffo, da adesso –sembrerebbe- un po’ meno.
Iron Man 3 apre, continua e conclude.
Conclude la storia passata, conclude –presumibilmente- la storia di Stark separata dagli altri supereroi.
Continua la corsa della Marvel e l’evoluzione del personaggio.
Apre una nuova fase per Marvel, per Tony Stark, per tutti gli eroi e per noi pubblico.
Black, il regista, e Marvel prendono Tony Stark, il suo universo, la sua vita e ricreano il tutto: attuano una specie di rivoluzione «alla Skyfall» passando per Nolan.
In questo film si torna alle origini inserendo continuamente innovazioni, con del buffo tipico da cinecomic, ma molto moderato rispetto al solito (basti pensare che il personaggio più comico di tutti è Ben Kingsley anche in confronto a Downey Jr.); il passaggio da Nolan ormai è ovvio. Siamo nell’era post-Cavaliere Oscuro e irrimediabilmente (per fortuna o purtroppo) ogni supereroe ne subisce gli effetti, a modo suo. Quindi unendo questi due aspetti lo Stark che ne esce ha un’anima, soffre di attacchi di panico perché si rende conto di essere il più debole dei Vendicatori (“Sono solo un uomo di latta” dice a Pepper verso l’inizio del film), offre comunque alcune battute di spirito notevoli anche in situazioni drammatiche (ad esempio durante un combattimento: Avversaria: «Tutto qui? Qualche trucco e una battuta di spirito?» Stark: “Gioia, potrebbe essere il titolo della mia autobiografia!”) e sa rinascere. Ancora. Come all’inizio.
Preso a sé il film è sicuramente molto bello, uno spettacolo visivo e un tripudio di effetti speciali, con un cast stellare (R.Downey Jr., G.Paltrow, D.Cheadle, G.Pearce, R.Hall con J.Favreau e B.Kingsley) e un grandissimo impatto complessivo.
La mirabolante orchestrazione di due scene rimane nitida in mente (il merito va tutto al regista Shane Black, che pur essendo solo alla sua seconda prova in cabina di regia confeziona un bellissimo film): l’attacco a Malibu e il combattimento finale con tutte le armature in scena.
L’unica pecca è che non si capisce bene questo film dove voglia andare a parare.
Uno Stark così diverso, una Pepper più protagonista, un villain che non è il villain (l’ottimo Ben Kingsley è solo un attore che recita la parte del Mandarino) e il villain vero troppo cattivo quasi fuori luogo (nonostante la strepitosa interpretazione di Pearce).
Tralasciando l’abominio compiuto ai danni del fumetto, il film si presenta molto più violento e realistico dei precedenti (un esempio sono gli Extremis che prendono fuoco internamente ogni volta che ricostruiscono dei tessuti). Anche la trama è molto meno lineare. Può essere positivo, come può non esserlo.
Il film finisce con Tony Stark che risolve il suo problema al cuore e si rimuove il reattore Arc dal petto; l’ultima frase del film –pronunciata da Stark- è: “Possono togliermi la casa, i miei giocattoli, tutto…,a la verità è che io sono Iron Man.”
Con la dichiarazione con cui si chiudeva il primo capitolo si chiude questo terzo.
Poi nella canonica scena post-credits vediamo Stark che racconta a Bruce Banner (alter-ego di Hulk per chi non lo sapesse) tutti i suoi conflitti interiori e quest’ultimo che gli risponde di non essere quel tipo di dottore. Nessun apparente collegamento con altre pellicole, anche future.
Poi la scritta: “Tony Stark tornerà.”
Tony Stark? O Iron Man? Tutti e due? Ma più in generale…che significa? Perché Iron Man 3 è così?
E ancora: cos’è successo?
Credo che Marvel sappia quello che fa. Hanno un progetto, e il progetto ora è la Fase 2 (a cui seguirà una terza, ma per ora diamo tempo al tempo). Probabilmente hanno già deciso di dare una sferzata, un cambio radicale di toni al franchaise. Renderlo più «cine-» e meno «-comic». Sull’impronta lasciata da Skyfall, che ha dato una solenne rinnovata al franchaise di 007.
Così per Marvel, dopo questo film, molte cose cambieranno. Del resto sembra che Iron Man non sia l’unico destinato a cambiare target. Basta vedere il teaser trailer di Thor – The Dark World (online anche in italiano) per accorgersi del cambiamento: tutto è più scuro e drammatico (il trailer si conclude con la domanda rivolta dal nemico che minaccia Natalie Portman, fidanzata di Thor, all’eroe: “Cosa sei disposto a sacrificare per ciò in cui credi?” Poi –MASSIMO SPOILER ALERT!- non sarà il personaggio della Portman a morire ma la madre stessa di Thor, ma questo lo vedremo al cinema tra un po’).
Tornando all’uomo corazzato; è alquanto difficile dare un giudizio a questo Iron Man 3 adesso dato che è incluso in un progetto. Bisogna aspettare gli altri film di questa fase. Quindi se i film della Fase 1 si reggevano in piedi bene da soli, quelli della Fase 2, secondo me, sono pensati per avere un senso coralmente. Complice può essere anche il tempo, considerato che la Fase 2 si concluderà nel 2015, il che significa che Casa Marvel ha intenzione di sfornare cinque film in tre anni.
The Avengers era calcolato per un pubblico che poteva anche non aver seguito tutta la Fase 1, ma ora –forse- Feige e la Marvel contano sul fatto che sull’onda dell’incredibile successo del crossover, la gente segua la Casa delle Idee anche se faranno un film con protagonista un procione (I Guardiani della Galassia), così da arrivare ad avere un pubblico “istruito” al momento di mostrare loro The Avengers 2, che –secondo questa teoria- sarà meno “fumettoso” del primo.
Questo permette di creare un universo sempre più connesso e corale fino al punto in cui gli stessi eroi faranno più fatica a lavorare da soli che in squadra.
E se questo è l’obiettivo, Marvel ha –ancora una volta- fatto centro.
Iron Man 3 è l’inizio e può lasciare perplessi, ma non delusi, perplessi così come eravamo perplessi quando nel 2008 abbiamo visto apparire un Nick Fury nero che parlava di una tale operazione Vendicatori.
Cosa pensi in questo momento? Quando non sai Marvel dove voglia arrivare?
Rimane tutto in sospeso. Ancora.
Per ora abbiamo una sola certezza. Una sola.
Facciamocela bastare e aspettiamo il corso degli eventi dando fiducia a Casa Marvel nell’eventualità in cui questo capitolo non ci fosse piaciuto.
Qual è questa certezza?
“TONY STARK TORNERÀ.”