In una cittadina americana una ragazza, in preda al panico, scappa di casa e raggiunge in macchina una spiaggia, da dove telefona piangendo ai genitori e confessando loro il suo affetto. Il mattino seguente la ragazza viene ritrovata morta, col corpo in una posizione scomposta. Jay, una giovane studentessa, inizia a frequentare un ragazzo che le piace. Una sera, dopo aver fatto l’amore con lui in auto, rimane contagiata da una sorta di maledizione che assume le fattezze di conoscenti o estranei, che la seguono per ucciderla. Con l’aiuto dei suoi amici liceali, Jay cerca di uscire da questa situazione sapendo, però, che l’unico modo sembrerebbe quello di andare a letto con qualcun altro.
Il regista David Robert Mitchell, alla sua seconda opera, scrive e dirige “It Follows”, un horror che giunge anche in Italia, due anni dopo la proiezione al Festival di Cannes. Cominciando da quello che non è, non si può di certo inserirlo nella filmografia di genere più terrificante e angosciante, quella che toglie il fiato agli spettatori e terrorizza: è piuttosto un horror sibilante, che striscia sotto pelle, non lascia saltare lo spettatore sulla poltrona ma instilla un’ansia sottile che può accompagnarlo per un po’ di tempo, visto anche il finale canonico ma sicuramente efficace. Il paranormale viene filmato con un occhio di riguardo dal regista che utilizza zoom e – maggiormente – le panoramiche a trecentosessanta gradi: queste ultime sono l’artificio stilistico che caratterizza il film e creano una vertigine visiva alla lunga fine a se stessa, anzi che vorrebbe far percepire la situazione d’angoscia della protagonista, interpretata dall’ottima attrice Maika Monroe.
Nonostante alcuni difetti di ritmo e di scrittura non sempre serrata, “It Follows” è un horror asciutto, senza eccessive sbrodolature, stilisticamente ed esteticamente ineccepibile, che tematizza, allegorizzandole, le malattie sessualmente trasmissibili (come l’AIDS e l’HIV); in secondo piano si possono leggere in controluce la solitudine degli adolescenti incompresi dai propri genitori: gli adulti infatti sono pura cornice nel film essendo confinati sempre nel fuoricampo oppure visti come presenze minacciose per i ruoli che ricoprono.
“It Follows” così riesce a tenere sempre costante la tensione, sicuramente per tutta la seconda parte del film, e merita la visione, grazie alla pregevole colonna sonora firmata da Disasterpeace (nome d’arte di Rich Vreeland), che non può non passare inascoltata.
Voto: 3/5
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