L’Epifania tutte le feste si porta via, eh si sono terminate le feste natalizie e da lunedi si torna nella normalità più assoluta, nel frattempo in molti in questo weekend ne hanno approfittato per correre al cinema a vedere un bel film nel calduccio della sala, la mia scelta è andata per J. Edgar di Clint Eastwood.
Tra tanti titoli con molto effetto natalizio come cinepanettoni e cartoons visti e rivisti ho optato per il buon Clint Eastwood che se da attore è stato un grande da regista lo è ancor di più, titoli come Millior Dollar Baby e Grande Torino lo hanno fatto apprezzare dall’intera critica mondiale.
Questa volta Clint ha scelto il difficile compito di portare al cinema la vita di un grande uomo come J. Edgar Hoover con tutti i suoi segreti e lati oscuri, colui che ha trasformato l’FBI e liberato gli Usa da molti complotti reali e a volte irreali.
Lo stile Clint è da sempre unico, ti entra nella pelle facendoti vivere la passione dei personaggi e imprimendo al film un ritmo cadenzato senza accelerazioni e pieno di emotività, in J. Edgar tutte queste caratteristiche son state ben adattate ad una biografia che ancora oggi a 40 anni dalla scomparsa di Hoover resta piena di ombre.
In molti si aspettavano da questo titolo una nuova conferma dal talento innato di Clint e anche se il film è di qualità la sceneggiatura in molte occasioni resta troppo lenta, le due ore e passa sarebbero potute essere accorciate con l’eliminazione di molti momenti morti narrativamente parlando.
La scelta di Clint e dello sceneggiatore di creare un intreccio narrativo tra il periodo della realizzazione della biografia da parte di Hoover e i ricordi dello stesso agente hanno dato un’idea molto chiara del progetto e tranne che per l’inizio un pò confusionario ha finito per essere fondamentale per la comprensione di molti avvenimenti raccontati nella pellicola.
Il cast scelto da Clint è di grande livello, come al solito si affida ad attori con forte personalità che possano dare al pubblico la giusta idea di sofferenza e passione, Leonardo Di Caprio in questo è sembrata l’unica scelta possibile per il ruolo da protagonista.
Oramai da anni DiCaprio è sulla cresta dell’onda non sbagliando mai un film, Shutter Island, The Departed, Inception e tanti altri titoli hanno oramai formato un pilastro di Hollywood, ma tutti questi kolossal non gli hanno dato il giusto premio che con J.Edgar potrebbe finalmente giungere nella premiazione agli Accademy Awards 2012.
Naomi Watts ha portato nel film una buona dose di professionalità, un’attrice che nella sua carriera è riuscita a creare uno stile inconfondible anche se mai celebrata come grandissima star dai media.
Un’altra attrice che potrebbe ambire all’Oscar 2012 a mio avviso è la grandissima Judi Dench, nel film interpreta il difficile ruolo della madre troppo presente nella vita di Hoover, fondamentale però nella crescita professionale dell’agente.
Il ruolo spalla di DiCaprio è andato ad uno degli astri nascenti di Hollywood, Armie Hammer, in The Social Network si è fatto apprezzare dalla critica interpretando addirittira due ruoli contemporaneamente con estrema naturalezza, in J. Edgar ha confermato il suo talento artistico meritando a pieno un posto nel panorama Hollywoodiano.
Una nota dolente di J. Edgar resta a mio avviso il make up, l’invecchiamento di Hoover (DiCaprio) e Tolson (Hammer) è sembrato fin troppo finto e marcato e i doppiaggi italiani con voce ancora giovane hanno finito per affondare il colpo.
Difficile infine non parlare della maestria di Clint nel descrivere il delicato tema della presunta omosessualità di Hoover evitando di scendere in dettagli inutili e privi di importanza.
Amore platonico o reale che sia, Hoover e Tolson hanno contribuito con la loro stretta collaborazione a dare agli Stati Uniti d’America una tranquillità fino a quel momento solo sognata e questo è ciò che contava e Clint ha sottolineato per l’appunto questo dettaglio.
In conclusione J. Edgar risulta essere il primo grande film del 2012 con un grande regista sempre pronto ad emozionare il suo pubblico, un cast di talento assoluto ed una storia ben delineata.
Anche se negli Usa non c’è stato il bagno di calore della critica io credo che valga la pena vedere assolutamente questo titolo nonostante i piccoli nei che tendono a danneggiare uno dei biopic più bello degli ultimi anni.
Frenck
© RIPRODUZIONE RISERVATA