Jack Reacher si è trasformato in un supereroe. O quanto meno, in un personaggio che anche senza superpoteri gli va straordinariamente vicino. In Punto di non ritorno, il regista Edward Zwick sceglie la via dell’intrattenimento ludico costruito per esaltare le qualità da action hero di Tom Cruise, che, rispetto a quanto visto in La prova decisiva di Christopher McQuarrie (2012), si dimostra un super uomo inarrestabile pressoché in ogni situazione.
È un cambio di rotta piuttosto netto sia rispetto alle atmosfere della saga letteraria originale di Lee Child, sia rispetto al film di McQuarrie, dal respiro retrò, quasi anni ’80, e attento a non trascurare un buon senso del realismo. Ora, invece, Reacher è circondato da un’aurea più mitica, non va mai k.o., nemmeno in combattimenti da uno contro cinque, ed è sempre un passo avanti rispetto ai suoi avversari. Cruise, in formissima, va a nozze con questo tipo di spettacolo, cercando di risolvere un giallo che lo vede impegnato su più fronti: prima c’è da scagionare dall’accusa di tradimento il maggiore della sua vecchia unità (la bella e tosta Cobie Smulders, uno dei tanti volti dell’universo Marvel), poi c’è da capire chi e perché lo ha incastrato per omicidio e infine bisogna fare i conti con una figlia adolescente, tanto ribelle quanto sveglia, che non si sapeva di avere.
Insieme alle due co-star femminili, l’attore dà spesso vita a scene da quadretto familiare che vorrebbero dare un certo spessore psicologico al protagonista, anima solitaria con più di una difficoltà nel relazionarsi con gli altri, figuriamoci nell’essere padre. In verità a emergere è soprattutto la verve comica di questi siparietti, che spezza il ritmo dell’azione, ben coreografata ma spesso priva, nelle dinamiche, della credibilità di La prova decisiva.
La visione d’insieme è anche godibile, se presa però con tutte le licenze del sequel che vuole eccedere per forza, esaltando la sua star e sopportando qualche pecca di troppo nella narrazione. Anche Mission: Impossible, per citare un altro franchise di successo con Cruise protagonista, nel corso degli anni ha seguito lo stesso percorso: se confrontato con i capitoli successivi, il primo episodio di De Palma sembra provenire quasi da un altro mondo.
Ma sono le regole di Hollywood, che per fortuna sua (e anche nostra) può sempre contare sul carisma e la presenza scenica di divi come Tom Cruise: sequel o meno, è l’unica cosa che non cambierà mai.
Mi piace:
Nella parte dell’eroe inarrestabile, Cruise è sempre uno spettacolo.
Non mi piace:
La facilità con cui Reacher si sbarazza di chiunque: troppa persino per uno come lui.
Consigliato a chi:
Ama gli action esagerati, che esaltano le qualità della loro star.