Jimi - All Is by My Side: la recensione di Jack7
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Jimi – All Is by My Side: la recensione di Jack7

Jimi – All Is by My Side: la recensione di Jack7

Il cinema non è mai rimasto insensibile al fascino del mondo del rock. La figura della rockstar è stata più volte indagata e rappresentata sul grande schermo: “Rockstar”, “School of Rock”, “I love Radio Rock” sono solo alcuni dei titoli che trattano di questa affascinante realtà. Grandi attori si sono calati nei panni dei più controversi personaggi che hanno popolato la scena musicale. Ray Charles, Johnny Cash, Sid Vicious sono stati onorati e resi ancora più celebri da film a loro dedicati. Ma ne mancava ancora uno all’elenco. Il migliore. Il più grande chitarrista di tutti i tempi. Mr. James Marshall Hendrix. Il regista John Ridley, già sceneggiatore di “12 anni schiavo”, si è cimentato in una prova tanto difficile quanto necessaria. Concentrare in un film l’importanza e il fascino di Jimi Hendrix. Lontana dal narrare gli eccessi e il successo planetario, l’opera di Ridley si concentra sugli inizi della carriera della leggenda di Seattle, sulla sua trasformazione da uomo a rockstar. Dall’incontro con Linda Keith e Chas Chandler, bassista degli Anilmals, al Festival di Monterey, momento della consacrazione a icona del rock. In mezzo, uno spietato e romantico ritratto della persona: l’arrivo a Londra e l’incapacità di sottostare alle rigidi regole britanniche, il tormentato rapporto con Kim, la sua fidanzata inglese, e l’incontro con la comunità nera di Londra. Andrè Benjamin, incredibilmente somigliante al chitarrista americano, ci consegna l’immagine di un uomo tormentato e passionale, pacifista e ribelle. Un ritratto davanti al quale non si può non restare affascinati.

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