Confusionario il film. Deprimente la piega che sta prendendo la carriera dei Wachowsky’s bros che ormai e’ in caduta libera. Ormai i geniali autori di Matrix, nonché della sceneggiatura di V Per Vendetta, stanno incanalando un flop dietro l’altro, vedi l’assurda opera pop Speed Racer o il filosofico spazio/temporale di Cloud Atlas, che male non era, ma e’ costato uno sbotto senza che se lo sia filato nessuno. Il punto più basso della loro filmografia a livello qualitativo, ma scommetto che a livello di incassi farà meglio dei predecessori, però lo toccano con questo Jupiter. Opera originale, non tratta da fumetti o altro, che pare pensata da loro ma girata da altri. Come se avessero il freno tirato, come se i compromessi della produzione abbiamo poi azzerato l’idea di base che poi malvagia non era a dirla tutta, con la guerra fratricida tra i discendenti della dinastia degli Abrasax ,padrona di svariati mondi, tra cui la terra, che in realtà sarebbe un laboratorio per la creazione della razza perfetta con la nostra Jupiter ignara discente della suddetta dinastia nonché prossima “sua maestà” del nostro pianeta. Ma quello che esce fuori dopo più di due ore e’, stringi stringi, una innocua e insulsa storia d’amore galattica, una melensa e romantica via di mezza tra il young adult alla Maze Rumner come va di moda ora, senza toccare però tematiche “alte” e filosofiche, e la Marvel story alla Guardiani della Galassia, senza ovviamente coglierne lo spirito goliardico, che si muove in altri mondi tipici dello sci-fi di metà 70 inizio 80. Nulla di nuovo, una mattonata dove tutto è’ copiato da altre opere, con un pizzico di scontri alla Guerre Stellari, con i costumi alla Flash Gordon, regni e mondi alieni pari pari uguali a Dune. C’è pure l’omaggio a Brazil, con Terry Gilliam nella parte del fattucchiere, che a conti fatti e’ la cosa migliore, la più bizzarra e visionaria del film. Scontri interminabili, teorie strampalate sulla creazione, doppi giochi, cani sciolti che non si capisce da dove arrivano e perché arrivano, duemila cose buttate li senza portare a termine nulla. Da salvare, oltre al già citato Gilliam, solo Mila Kunis che è sempre tanta roba e la sequenza chiappe al vento della Middlenton. Il resto e’ tutto trascurabile
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