Kingsman: Il cerchio d'oro: la recensione di SaraCarda
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Kingsman: Il cerchio d’oro: la recensione di SaraCarda

Kingsman: Il cerchio d’oro: la recensione di SaraCarda

Kingsman – il Cerchio D’Oro

Si potrebbero dire molte cose su Kingsman – il Cerchio D’Oro. Ci sono gli inseguimenti spettacolari alla Fast and Furious, le acrobazie al limite del possibile in stile Ethan Hunt, quel fascino impeccabile tipicamente British alla James Bond. Tutti gli ingredienti per una spy story, ma Kingsman va oltre, è qualcosa di nuovo che si infila tra i format preconfezionati mandandoli all’aria e diverte. E in un’epoca in cui persino lo scanzonato 007 si tinge di nero nemmeno, qualcosa che diverte in modo brillante, prendendo in giro gli stilemi stessi della spy story, ma senza cadere nel parodico, è innovativo, colpisce e funziona.
Tornano gli agenti armati di ombrelli high-tech e gessati a prova di proiettile (dopotutto, se Mr Darcy alias Colin Firth doveva scendere in campo in un film d’azione non poteva che farlo in abito da sartoria) a difenderci da un nuovo nemico, una splendida quanto inquietante Julianne Moore nei panni di Poppy, proprietaria del cartello di droga più grande al mondo, che ti sorride dolce come la melassa mentre ti infila nel trita carne nella sua Poppy Land, un parco a tema anni ‘50 nel mezzo della Cambogia. Un nemico che li metterà a dura prova quando distruggerà il loro centro operativo, ma che li porterà a fare la conoscenza dei cugini americani, gli Statesman, con base in una distilleria e armi in perfetto animo USA, fucili texani e fruste da far west. Una controparte che porta una ventata di novità mostrando la versione americana dei servizi segreti con Jeff Briges, Channing Tatum e Halle Berry, nei rispettivi panni di Champagne, Tequila e Ginger, ma senza tradire lo stile Kingsman che abbiamo amato nel primo film.
Ci sono le scene di violenza a tratti splatter da fare invidia a Tarantino, trattate però sempre con quel tocco fumettistico di Vaughn e la musiche pop di fondo che ne riducono l’impatto al punto da risultare quasi comiche; come la sequenza finale di Secret Service, con l’esplosione delle teste come fuochi d’artificio a tempo di musica lirica. Ma ci sono anche momenti commoventi che vi coinvolgeranno, come l’atteso ritrovo dei due Galahad, Firth ed Egerton, non più maestro e allievo ma due amici.
Per una visione spettacolare, acrobatica, british ma soprattutto divertente, innovativa e commovente, gli agenti Kingsman sono a vostro servizio.

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