Dimenticatevi Free Willy. Ma anche Zanna Bianca, Lassie, Il libro della giungla e tutti i film che raccontano l’amicizia tra uomini e animali. L’incredibile storia di Winter il delfino non ha nulla di incredibile. O meglio, la storia, quella vera, sì. Peccato che la trasposizione cinematografica 3D non renda assolutamente giustizia a un’esperienza tanto meravigliosa, divenuta simbolo di speranza per bambini e adulti rimasti privi dell’uso di gambe o braccia.. E che anche la tecnologia tridimensionale risulti solo un appannato tentativo di emulare le prodezze raggiunte dai documentari marini dai quali prende più di uno spunto, come Oceani 3D. Basato sulla reale avventura del piccolo Sawyer, un timido ragazzino che salvò un delfino gravemente ferito da morte certa e che grazie al suo amore e alla geniale intuizione di un ingegnere biomedico riuscì a ridargli una coda e la voglia di vivere, il film è prevedibile e scontato dal primo all’ultimo fotogramma, battuta dopo battuta. E scivola spesso in triti luoghi comuni. Il giovane incompreso, abbandonato dal padre e privo di qualsiasi interesse e legame sociale, scopre un inatteso entusiasmo grazie all’incontro con il delfino che gli cambierà la vita, la piccola Winter. Il mammifero finirà ospite di un ricovero per animali gestito da un padre vedovo e dall’intraprendente figlioletta che studia da privatista e non vede l’ora di scambiare quattro chiacchiere con un coetaneo, dopo aver frequentato pesci per una vita. Neppure la collaudata coppia di big, Ashley Judd-Morgan Freeman (che già avevano lavorato insieme ne Il collezionista e in High Crimes – Crimini di stato), riesce a dare linfa vitale a un film che letteralmente fa acqua da tutte le parti. Il povero Freeman, che dà il volto all’ingegnere che costruirà la coda-protesi del delfino, è pure vittima di una grossolana gag (voluta?) quando impugna per gioco un arto finto con la sua mano realmente ferita (e rimasta praticamente paralizzata a causa di un incidente). Tra gli interpreti, l’unica in grado di conquistare l’attenzione del pubblico è proprio il magnifico delfino femmina Winter, nei panni di se stessa.
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Mi piace
Winter, nella parte di se stessa, è la migliore interprete del cast
Non mi piace
Il film è un susseguirsi di scene e dialoghi prevedibili in ogni aspetto. E non perché si conosce la storia.
Consigliato a chi
Agli amanti dei film “basati su una storia vera” e agli appassionati di delfini.
Voto
2/5