L’abbaglio: la vera faccia del sogno italiano. La recensione del film di Roberto Andò L'abbaglio. La recensione del film di Roberto Andò
telegram

L’abbaglio: la vera faccia del sogno italiano. La recensione del film di Roberto Andò

Reduce dal suo recente successo di critica e pubblico, il regista de La Stranezza torna in sala per raccontare la spedizione siciliana dei Mille, rimettendo insieme il trio composto da Toni Servillo, Ficarra e Picone

L’abbaglio: la vera faccia del sogno italiano. La recensione del film di Roberto Andò

Reduce dal suo recente successo di critica e pubblico, il regista de La Stranezza torna in sala per raccontare la spedizione siciliana dei Mille, rimettendo insieme il trio composto da Toni Servillo, Ficarra e Picone

L'abbaglio Roberto Andò recensione
PANORAMICA
Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Fotografia
Montaggio
Colonna sonora

Tra i case studies (sempre più rari e proprio per questo più affascinanti) che il listino italiano ha proposto nel post pandemia, La Stranezza è senz’altro tra i più altisonanti, anche per un successo economico che si è tradotto anche in plauso critico e incetta di premi. Il sofisticato prodotto di Roberto Andò gioca col teatro e il cinema, servendosi del personaggio di Luigi Pirandello come immediato ponte alla metatestualità.

Accanto a questo concetto semplice, ma molto efficace, Andò affianca altri dualismi, come il registro che si alterna da dramma storico a commedia popolare scanzonata e, direttamente conseguente, il contrasto interno al team di attori principali, di provenienza opposta: Toni Servillo e Ficarra e Picone, in simbiosi tale che i David di Donatello li accorpano in un’unica candidatura.

Sarebbe stato scontato non aspettarsi un tentativo di replica di tale formula e difatti poco più di un paio di anni dopo esce in sala L’Abbaglio, saltando inspiegabilmente ogni vetrina festivaliera del Bel Paese. Forti dell’esito del precedente film, questo progetto gode di dimensioni decisamente maggiori: si abbandonano i palcoscenici teatrali per approdare in scenari bellici, quelli della Spedizione di Giuseppe Garibaldi (un irriconoscibile Tommaso Ragno) a Palermo, allo scopo di liberare la Sicilia assieme ai Mille, soldati reclutati lungo tutto lo stivale guidati dal Colonnello Orsini (Servillo).

Due di questi volontari (Ficarra e Picone), appena sbarcati sotto le bombe nemiche, si rivelano subito come disertori, ripudiando l’esercito garbaldino e fornendo presto l’espediente narrativo e comico chiave del progetto. Le due storyline si ritrovano quindi a svilupparsi parallelamente per gran parte della durata, causando un evidente sbilanciamento di tono, che stavolta pare meno stabile.

Il fronte più storicamente fedele, quello dell’avanzata militare garibaldina, fa emergere i muscoli della produzione: gli scontri sono realizzati e coreografati discretamente, rappresentando una rarità nel contesto nostrano. Ad esso si intervalla il sollievo comico, ovvero le scorribande dei due codardi, uniti nel disinteresse a prendere parte al divenire storico e nel mero desiderio di sopravvivere, indifferentemente dal sovrano. L’attenzione dello spettatore, in entrambi i casi, è catalizzato dagli interpreti, perfettamente calzanti nelle rispettive sottotrame.

Nel momento in cui questi due segmenti si ricongiungono, preceduto da qualche vacua lungaggine di troppo, L’Abbaglio decanta il suo messaggio anti-Gattopardo: il tentativo estremo di contrastare la staticità e lo stagnamento del relitto che è diventato lo stivale, pronto a soccombere sotto il giogo di poteri periferici e infimi.

Se è sicuramente ammirabile la candidezza con la quale viene espresso un intento così nobile e una denuncia ancora puntuale, anche in questo caso si individua una difficoltà nel gestire il sentimento di slancio patriottico amalgamato alla sconsolata presa di coscienza dello stato delle cose, portando i personaggi a compiere repentini cambi di ideali per necessità drammaturgiche.

L’abbaglio esplicitato nel finale, quello dell’italian dream, è la dimostrazione decisiva di una rinuncia alla sottigliezza in favore di un’urlata modalità comunicativa che contraddistingue l’ultima non più che gradevole operazione di Roberto Andò.

Foto: BiBi Film, Medusa Film, Netflix, Rai Cinema, Tramp Ltd.

Leggi anche: L’abbaglio, Ficarra e Picone sono garibaldini nel trailer del nuovo film con Toni Servillo

© RIPRODUZIONE RISERVATA