La chiave di Sara: la recensione di Paolo Sinopoli
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La chiave di Sara: la recensione di Paolo Sinopoli

La chiave di Sara: la recensione di Paolo Sinopoli

Quando si va al fondo di una questione, sia essa facilmente risolvibile o articolata e complessa, quasi sempre si scopre qualcosa di più su se stessi. Ne sa qualcosa Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas), giornalista americana di punta di una rivista francese, che inizia un’inchiesta sul rastrellamento del Velodromo d’Hiver del 1942, luogo in cui sono stati rinchiusi circa 13.592 ebrei prima di venire deportati e gasati nei campi di concentramento. Fatti drammatici, sepolti da un presente che sembra voler dimenticare un passato indesiderato. La ricerca porta così Julia Jarmond sulle tracce di Sara (Mélusine Mayance), che nel luglio del 1942 aveva solo 10 anni. L’esperienza dell’allora ragazzina era ruotata attorno ad un fatto sconvolgente: riuscire ad aprire con la sua chiave l’armadio segreto in cui aveva rinchiuso il fratellino per nasconderlo dalla polizia.
Un dramma che 60 anni dopo coinvolge in prima persona anche Julia, nel frattempo alle prese con una gravidanza inaspettata e un marito che, dopo aver raggiunto la stabilità economica e sociale, non desidera rimettersi in gioco e preferirebbe che sua moglie abortisse. E così, mentre deve prendere una decisione destinata comunque a sconvolgere la sua vita privata, Julia decide di indagare fino in fondo sul passato di Sara. Un viaggio che la porterà a New York e in Toscana alla ricerca della verità. Le storie di Julia e Sara s’intrecciano così con continui flashback, svelando poco a poco una verità che costringerà Julia a prendere una posizione netta sulla sua vita.
Tratto dall’omonimo best seller di Tatiana De Rosnay, il film arriva dritto al cuore senza risparmiare  pugni allo stomaco, regalando allo spettatore un ritratto toccante fatto di miseria e speranza, dolore e perdono, senza mai perdere d’intensità e spessore. Niente è lasciato al caso, e l’intreccio è ricco di colpi di scena che lasciano col fiato sospeso fino all’ultimo minuto. Il tutto coronato da un finale che consente almeno di prendere una corroborante boccata d’aria fresca.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace:
La chiave di Sara riesce a catturare l’essenza di un film storico come Shindler’s List e fatti toccanti come quelli de I Miserabili di Victor Hugo, dando vita a una storia originale e senza tempo.

Non mi piace
Forse si esita troppo sulle vicende famigliari di Julia.

Consigliato a:

A chi apprezza le storie intense, fatte di drammi nascosti e di piccoli gesti.

Voto:
5/5

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