Una spedizione scientifica atterra in Antartide per esaminare i relitti di un presunto disco volante. Il gruppo, composto principalmente da norvegesi ma capitanato da una paleontologa americana (Mary Elizabeth Winstead nella sua più credibile imitazione di Sigourney Weaver), stabilisce una base tra i ghiacci e dà inizio alle analisi, ma compie un errore: risvegliare la creatura che con il disco volante è arrivata, un alieno in CGI con l’inquietante capacità di infettare altri esseri viventi e assumerne la forma. Il dubbio si insinua così tra gli scienziati: chi è umano e chi è infetto? Molti sbadigli e qualche esplosione dopo, il film finisce, su una nota di pessimismo più che di speranza.
Nota bene: il paragrafo precedente non è copiato dalla pagina Wiki di La Cosa, né il nome di Mary Elizabeth Winstead è spuntato per sbaglio al posto di quello di Kurt Russell. Semplicemente, La Cosa a.D. 2012 è la versione (neanche troppo) riveduta e corretta di La Cosa a.D. 1982. Spacciato per prequel – «Vi sveliamo cos’è successo alla spedizione che Russell e gli altri trovavano massacrata all’inizio del film» –, assomiglia pericolosamente a un remake: stesse dinamiche, stessi problemi, addirittura stesso ordine in cui i personaggi muoiono. Le uniche differenze stanno nella scelta di una protagonista dal visino grazioso: un impeto di femminismo secondo alcuni, «se nei film di Hollywood non metti la pupa non funzionano» secondo John Carpenter, che non ha granché apprezzato l’operazione.
Cosa cambia, dunque, e perché vale eventualmente la pena fare un salto al cinema a vedere La Cosa? Le risposte sono rispettivamente: poco; se non avete di meglio da fare. C’è più CGI e meno mostri di gomma, il che potrebbe essere interpretato come un passo avanti e un segnale che siamo nel futuro; resta il problema che avere per le mani i mezzi per mostrare tutto quanto (e saperli anche usare con competenza, questo va riconosciuto) è il modo migliore per ammazzare la tensione. Il mostro arriva in scena troppo presto, il suo aspetto mai celato, di conseguenza gli ultimi venti minuti di battaglie a colpi di lanciafiamme risultano noiosi e prevedibili. Discutere sull’impatto emotivo del non-visto al cinema dovrebbe ormai essere mero esercizio di stile, eppure l’esordiente Matthijs van Heijningen Jr., un passato da regista di spot tv, sembra non aver imparato la lezione di decine di predecessori, da Il pianeta proibito in avanti.
Insomma: se siete fan dell’originale girate alla larga, anche solo per evitare di dover assistere a palesi buchi (che in un paio di casi scadono nella retcon) nella continuità tra il film di Carpenter e questo. Se non sapete che fine abbia fatto Kurt Russell, invece, un pensiero potete anche farcelo: La Cosa è come la creatura di cui racconta, un mostro che prende la forma dell’essere che ha infettato (in questo caso il film di Carpenter); è una semplice copia, un surrogato che visto da lontano è quasi indistinguibile dalla matrice ma se analizzato da vicino mostra la sua vera natura. E non è un bello spettacolo.
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Mi piace
È una rivisitazione semi-competente dell’originale di Carpenter, che a differenza di molti altri remake di questi anni non scade mai nel disastro.
Non mi piace
Lo chiamano prequel ma è più che altro un (modesto) remake dell’originale, e in quanto tale non ha granché senso. L’uso intensivo della CGI, tra l’altro, svuota il film di gran parte del suo fascino.
Consigliato a chi
Ha fame di horror e sci-fi e non trova più il Dvd di La Cosa.
Voto: 2/5
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