La furia dei titani: la recensione di Frenck Coppola
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La furia dei titani: la recensione di Frenck Coppola

La furia dei titani: la recensione di Frenck Coppola

Serata titanica quella mi attendeva questa sera nella sala cinematografica, mentre vedevo il mio Napoli crollare sotto i colpi della Juventus attendevo il momento di passare al secondo capitolo dell’epico Scontro tra Titani intitolato La Furia dei Titani.
Chiaramente dopo aver visto il mezzo fallimento dal punto di vista qualitativo del primo capitolo del 2010 era scontato aspettarsi qualcosina in più dal sequel, la Warner Bros per riuscire nell’opera ha optato per il cambio di regia passando da Louis Leterrier a Jonathan Liebesman, ma questo è bastato?
Beh nel 2010 ciò che ha contribuito al fallimento di Scontro tra Titani non fu proprio da imputare a Leterrier, ma principalmente allo sciopero degli sceneggiatori che attanagliò Hollywood per un bel pezzo facendo naufragare lo script del film in un oblio senza precedenti, in più mettiamoci un 3D disastroso e la frittata fu servita in tutte le salse.
In La Furia dei Titani invece il tempo per una sceneggiatura più consona al budget (150 milioni) ce n’era in abbondanza eppure qualcosa sembra non aver funzionato, in troppe occasioni è sembrato che i due sceneggiatori (Dan Mazeau e David Johnson) cercassero di tirare nello script qualsiasi traccia di mitologia greca come risultato di allontanarsi dal mito di Perseo.
Il regista Liebesman ha dovuto lottare col volere della Warner Bros di recuperare il flop del primo capitolo e la sceneggiatura non lineare e troppo fantasiosa ha finito per diventare per lui un’arma a doppio taglio.
I miti e le leggende di Perseo e le sue avventure hanno spesso sconfinato in altri racconti raccogliendo idee da ogni parte della mitologia greca, un esempio su tutti fa da emblema alla confusione degli sceneggiatori, il labirinto ed il suo Minotauro farebbero parte del mito di Teseo, non Perseo.
Togliendo la netta confusione degli sceneggiatori, però c’è da dire che la voglia di azione, avventura e eroismo è stata montata ai massimi livelli, Perseo è più nel vivo dell’azione e riesce finalmente a colpire come vero eroe, situazione solo abbozzata nel finale di Scontro tra Titani.
Un piccolo punto a sfavore arriva anche dalla scelta di tirare in ballo la presenza di un altro semi-Dio, Agenore, non che fosse fuori luogo, ma la sua stupida comicità non ha fatto altro che trasformarlo da eroe a pagliaccio di corte.

Il cast ha messo in chiaro molti aspetti nuovi, Sam Worthington ha dimostrato di sapersi districare anche con i molti dialoghi olitre che con soliti combattimenti, Ralph Fiennes e Liam Neeson hanno avuto molto più spazio soppiantando l’assenza pesante di Gemma Arterton, esclusa clamorosamente dal cast per chiari motivi finanziari.
Sam Worthington mi è sembrato, rispetto al primo capitolo, molto più a suo agio regalando ottima fisicità e controllo delle sue emozioni artistiche dividendosi tra l’amore per la propria famiglia (padre Zeus e figlio Elios) e combattimenti senza esclusioni di colpi con qualsiasi titano.
Liam Neeson e Ralph Fiennes hanno avuto, come detto, molto più spazio risultando utili alla crescita qualitativa del risultato altrimenti mediocre, il loro apporto chiaramente non è stato artisticamente legato alle loro consuete abilità, ma già il fatto di vederli coesistere in più scene è bastato e avanzato.
Colei che è stata chiamata a sostituire la bella Gemma Arterton come interesse amoroso di Perseo è stata Rosamund Pike nel ruolo di Andromeda, il risultato sorprendentemente è stato, a mio parere, disastroso, la Pike è un’ottima attrice, ma in veste eroiche non da il meglio e lo si vede spesso durante il film.
Il cattivo di turno è interpretato dall’astro nascente Edgar Ramirez che nei panni di Ares sembra essere perfetto, il suo enorme talento riesce a sopperire alla sua poca fisicità che si nota nelle poche scene in cui è chiamato a combattere, ma il risultato è comunque soddisfacente.
Un altro punto in cui ci si aspettava un passo in avanti era l’uso del 3D, in Scontro tra Titani fu letteralmente il colpo di grazie ad un film già malconcio, in La Furia dei Titani invece diventa un ottimo punto di forza.
Molte delle scene più importanti risultano grazie ad un buon 3D molto realistiche, i paesaggi illuminano la nostra fantasia e Kronos infiamma le nostre pupille come magari avremmo voluto accadesse con il Kraken in Scontro tra Titani.
In conclusione La Furia dei Titani risulta migliore di Scontro tra Titani in quasi tutti i punti di vista, ha come ogni film i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, ma resta pur sempre un pop corn movies e per questo può passare.
In definitiva la sceneggiatura ancora una volta risulta poco chiara e troppo confusionaria, il cast e gli effetti visivi questa volta invece fanno da controaltare, a mio parere il film è da vedere, ma con poca sicurezza di avere un quadro molto fedele alla sempre maestosa mitologia greca.

Frenck Coppola

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