La grande bellezza: la recensione di tomalv
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La grande bellezza: la recensione di tomalv

La grande bellezza: la recensione di tomalv

Federico Fellini,ne “La dolce vita”,raffigurò con sguardo cinico e disincatato la Capitale degli anni Cinquanta attraverso le peripezie del giornalista Mastroianni. Oggi Paolo Sorrentino ha scelto Roma per farci un ritratto morale dell’Italia contemporanea attraverso gli occhi di un giornalista mondano di 65 anni,Jep Gambardella (l’attore feticcio Toni Servillo). Napoletano di nascita (coincidenza biografica?),ma infaticabile stantuffo della mondanità romana,Jep si erge a paladino delle feste con il chiaro obbiettivo-piacere di farle fallire in caso di sua assenza.
Come in “American Beauty”, a volte c’è così tanta bellezza nel mondo,che non si riesce ad accettarla. Anche Sorrentino la pensa così. Infatti dopo aver fatto una panoramica dello splendore di Roma,si passa al degrado,quello vero,della mondanità dell’alta società: una ex soubrette caduta in disfacimento,il cardinale che parla di cucina (Herlitzka),la spogliarellista (Ferilli),l’illusionista che fa scomparire le giraffe,la santa di 104 anni incartapecorita,il fallito lecchino di Verdone,il mago del botox,presunte intellettuali della sinistra borghese,attricette oche in cerca del successo, l’erotomane che produce giocattoli, scrittrici di partito con carriera televisiva.
Tutti questi sono visti con disprezzo da Gambardella che con la sua intelligenza e la sua acutezza li seduce e con il suo sense of humour se li “mangia” tutti. La contraddizione di cui Jep è portabandiera, come i trenini delle sue feste, non porta da nessuna parte. Come Woody Allen in “To Rome with love”, Sorrentino brilla per cinismo e ironia. In questo affresco si alternano e si uniscono realtà e finzione,bellezza e degrado,intelligenza e ignoranza,mondanità e solitudine. Viene solo da chiedersi dove sia la grande bellezza. Forse,come dice Jep, è ”tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura”…

LA FRASE: “La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!”

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