Scritto (Whiplash; 10 Cloverfield Lane) e diretto (Whiplash) dal giovane e oramai lanciatissimo regista statunitense Damien Chazelle, La La Land, già premiatissimo, si appresta ad essere il mattatore della serata degli Oscar (con ben 14 nominations) e a diventare, probabilmente e non per tutti, uno dei film più importanti degli ultimi anni. Fotografia affidata a Linus Sandgren (Promised Land; American Hustle – L’apparenza inganna; Joy). Musiche di Justin Hurwitz (Whiplash). Ryan Gosling ed Emma Stone appaiono perfettamente connessi l’un con l’altro sfoggiando una prestazione molto fresca e credibile.
Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) sono due giovani sognatori in cerca di fortuna e ispirazione nella cinematografica Los Angeles. Mia aspira a diventare un’attrice e nel frattempo, tra un provino e l’altro, lavora in una tavola calda, mentre Sebastian è un pianista jazz col sogno di riaprire un vecchio club dismesso dove poter suonare la sua musica, legata ai grandi del passato. I due si incontreranno e si ameranno, ma riusciranno a far convivere aspirazioni così diverse?
Damien Chazelle, con La La Land, mette tra le mani del pubblico un’opera frizzante, giovane, malinconica e sognatrice. E così, dopo il buon riscontro ottenuto con Whiplash, il regista e sceneggiatore statunitense confeziona un prodotto alla portata di tutti ma non per questo da tutti apprezzata. La La Land arriva nelle sale italiane già con un bel carico di premi guadagnati (e ancora da guadagnare) ed è forse proprio questo che ha creato delle aspettative troppo alte in una parte di pubblico la quale alla fine, come avviene quasi sempre in tali casi, rimane delusa. E’ già di per sé difficile scrollarsi di dosso le montagne di giudizi altrui prima di entrare in sala (ci vorrebbe una stanza dedicata alla purificazione sacra lungo i corridoi. Devo proporlo!), figuriamoci in un caso come questo in cui il film è pluripremiato ancor prima di poterne appurare personalmente la genuina qualità. Anyway… La La Land ci presenta una Los Angeles tutta cinematografica. Più volte viene da chiedersi in che periodo storico ci si trovi. Come una sorta di materializzazione dei sogni e della malinconia dei due protagonisti Mia e Sebastian, ogni cosa lungo le strade e nei locali losangelini sembra portare lo spettatore continuamente avanti e indietro nel tempo. Chazelle fa sì che le parti recitate risultino prevalenti in modo percepibile rispetto a quelle musicali le quali costituiscono la porzione maggiormente citazionista del film (si va da Singin’ in the rain a West Side Story). Limitate le abilità canore di Gosling e Stone le quali però risultano tutt’altro che spiacevoli all’ascolto quando messe alla prova. I due attori interpretano egregiamente i rispettivi ruoli. E’ sui loro volti che si rende visibile il protagonista della pellicola, ovvero il sogno, così intangibile eppure sempre percepito come realizzabile. Scopo stesso della vita di ognuno dovrebbe essere quello di riuscire a realizzare i propri sogni. Percorrere quella strada che si conosce soltanto all’imbocco, il cui percorso è misterioso e sconosciuto, può condurre così vicino al sogno da poterlo sfiorare e può a volte, il più delle volte, ingannare, deludere tanto da far pensare che in realtà non ne vale la pena. E’ proprio però dallo sconforto che si deve ricavare nuova linfa utile a ricominciare il tragitto verso ciò che si desidera. Sebastian e Mia sono innamorati ma con sogni personali tanto diversi da farli essere consapevoli, da sempre, che da un momento all’altro le loro strade dovranno dividersi per poi, chissà, incrociarsi nuovamente in un futuro che vedrà i loro desideri realizzati o meno. Nel film viene inoltre mostrata la ramificazione del sogno, ovvero quella strada secondaria, meno tortuosa da percorrere, che si intraprende quando si decide di mollare, quando si viene vinti dall’esasperazione e ci si accontenta di una brutta copia di ciò che si inseguiva all’inizio. La La Land è un abbraccio alla vita nonostante tutto. Sogno, speranza, malinconia pervadono i nostri protagonisti in una pellicola leggera, che si fa seguire con piacere, e mai con noia, fino alla fine. Tuttavia, nonostante l’indiscutibile qualità di musiche, scenografia e interpretazione, in La La Land manca, per me, il trasporto emotivo. Il film ha emozione, nostalgia, freschezza ma sembra che queste restino lì, che si tengano a debita distanza, non varchino lo schermo e non colpiscano in pieno lo spettatore. La trama non è difficilmente prevedibile e inoltre Chazelle cade in alcuni dei più classici cliché del cinema. Se mi fosse stato concesso avrei aggiunto mezza stella in più alla mia valutazione ma nemmeno mi son sentito di arrotondare a quattro. La La Land glorifica il sogno innalzandolo a fonte primaria della nostra felicità.