La La Land: la recensione di matyna88
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La La Land: la recensione di matyna88

La La Land: la recensione di matyna88

La La Land è un film per sognatori.
Chiunque abbia mai provato davvero cosa significhi avere un sogno, riconoscerà la dimensione in cui Damien Chazelle cerca di trasportare lo spettatore.
La città degli angeli, immersa in un’atmosfera un po’ rétro, un po’ magica e un po’ malinconica, fa da sfondo all’incontro tra il musicista Sebastian (Ryan Gosling) e l’attrice Mia (Emma Stone). L’arte attrae l’arte ed è inevitabilmente amore.
Un musical che non riesco nemmeno completamente a definire tale, perché la parte cantata in realtà non copre neanche la metà della pellicola. Sicuramente non canonico. In questo caso la musica non è solo una modalità narrativa, ma è parte dell’atmosfera onirica insieme con gli sfondi di cartapesta e i balli sospesi in aria tra le stelle con cui si accompagna.
In questo contesto si inseriscono le voci imperfette di Emma Stone e Ryan Gosling. Ed è proprio il difetto ad essere un valore aggiunto, perché i sogni sono così, fragili, impacciati, veri.
Niente, isolato dall’insieme, è sensazionale di per sé, non è questo lo scopo. “City of stars”, la canzone principale, non è penetrante ai livelli di “Memory” in Cats, le note jazz del piano che Sebastian più volte richiama nella narrazione non hanno la potenza di “Roxanne” nel Mulin Rouge; hanno invece la delicatezza e la dolcezza che sono necessarie a pizzicare le corde emozionali dell’anima, in particolare quelle più segrete e nascoste.
Perché è questo che fa la musica, fa vibrare le nostre corde interiori. Non ne ero mai stata cosciente, finché qualcuno non me l’ha insegnato.
Stone e Gosling straordinari: ballerini e cantanti improvvisati ma armoniosi e occhi carichi di tutte quelle emozioni che noi idealisti ritroviamo nei nostri. Bellissimi non solo per caratteristiche fisiche ma proprio per quei sentimenti a cui, da magistrali interpreti che sono, riescono a dare vita.
Un film brillante, vitale, romantico e anche malinconico, che richiama fortemente il vecchio cinema degli anni 60 senza smettere di essere contemporaneo.
Mi aveva conquistata con Whiplash; Damien Chazelle fa centro di nuovo con La La Land.
Viste le storie che racconta, ormai ne sono certa, è anche lui un sognatore.

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