La madre: la recensione di Gabriele Ferrari
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La madre: la recensione di Gabriele Ferrari

La madre: la recensione di Gabriele Ferrari

In America il cinema horror continua a giocare con case infestate e found footage vari, quasi un sottoprodotto della crisi dei mutui che ha dato la stura a un’altra, ben più profonda crisi del sistema economico mondiale. Niente di strano: i migliori film dell’orrore hanno sempre giocato con le paure dell’oggi, trasfigurandole in simboli mostruosi. Indubbio, comunque, che il mercato sia ormai saturo, e che se si cercano idee originali bisogna guardare altrove; magari nei Paesi latini, dove grazie al mecenatismo del Guillermo Del Toro produttore è in ascesa una florida “new wave” di registi (Juan Carlos Fresnadillo, Antonio Bayona, Jaume Balagueró, anche Alejandro Amenabar in un certo senso) che usano la grammatica del terrore per esplorare altri temi. C’è chi esplora la paura della guerra e l’importanza della memoria storica (Il labirinto del fauno), mentre altri, la maggior parte a dirla tutta, puntano tutto su tematiche familiari e in definitiva umane: la maternità, la famiglia, il rapporto con l’infanzia.

La madre, debutto alla regia di Andres Muschietti che nasce da un cortometraggio da lui stesso creato, è solo l’ultimo arrivato di quest’ondata, che ha toccato il suo apice con il magnifico The Orphanage e che qui raggiunge una nuova punta di (quasi) eccellenza. La storia è quella di Victoria e Lilly (le impressionanti Megan CharpentierIsabelle Nélisse), alle quali una tragedia ha portato via i genitori; cresciute nella foresta in uno stato semi-animalesco, vengono ritrovate anni dopo e affidate – per recuperarle alla società – alla riluttante zia rocker Annabel (una splendida Jessica Chastain, una che mette tutta se stessa in qualsiasi ruolo le affidino) e al marito Lucas (Nikolaj Coster-Waldau); le bambine si ritrovano così divise tra la rassicurante quotidianità della nuova famiglia e l’inquietante presenza della Madre, la creatura (che pare una marionetta di Tim Burton virata al grottesco) che le ha cresciute e che non sopporta l’idea di separarsene. Tensione e terrore – in pieno stile cinema gotico, quello che piace tanto a Del Toro – fanno così da cornice a una parabola di accettazione delle responsabilità materne (Annabel tutto vuole tranne che dei figli) e, dall’altra parte, dell’incapacità di un fantasma di liberarsi dei drammi che ne hanno segnato la vita terrena.

Sospeso tra dramma familiare e thriller gotico e soprannaturale, La madre è un buon film horror, tanto stilisticamente impeccabile quanto narrativamente zoppicante; soprattutto sul finale, dove l’abuso di soluzioni spettacolari e che guardano troppo al cinema di genere americano diluisce in parte l’impatto della precedente, terrificante ora-e-passa di film. Se però siete disposti a passare sopra a quello che è un difetto d’inesperienza, scoprirete uno splendido studio d’atmosfera da parte di un regista per il quale è facile prevedere una luminosa carriera.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Una trasfigurata Jessica Chastain in versione punk: la ragazza si conferma una delle migliori attrici in circolazione, anche quando si dedica a ruoli “di genere”. Atmosfere e regie sono di gran classe e promettono grandi cose per il futuro di Andres Muschietti.

Non mi piace
Il film si perde un po’ nel finale, tra eccessi e soluzioni narrative improbabili.

Consigliato a chi
Ama l’horror e vuole godersi una ventata d’aria fresca in un panorama intasato di found footage in salsa yankee.

Voto: 3/5

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