La marcia dei pinguini - Il richiamo
telegram

La marcia dei pinguini – Il richiamo

La marcia dei pinguini – Il richiamo

Non poteva che arricchirsi del sottotitolo Il richiamo il sequel dello spettacolare documentario che dodici anni fa incantò il pubblico di tutto il mondo vincendo tra l’altro anche un meritatissimo Oscar. Termine che rimanda sia all’istinto primordiale dei pinguini che porta intere colonie a compiere una marcia chilometrica nel deserto artico in fila indiana per raggiungere il luogo dove riprodursi, sia all’impulso naturale che fa allontanare per la prima volta i pulcini dai genitori per raggiungere autonomamente il mare per il loro primo tuffo.

Ma non solo. Il richiamo è anche l’attrazione irresistibile che il regista Luc Jacquet prova per l’Antartide e per i pinguini, luogo dove ha vissuto per più di tre anni in tutto per impressionare la pellicola con le immagini della natura più dura e selvaggia del mondo, ma anche tra le più affascinanti ed evocative.

Come per il primo La marcia dei pinguini, questo nuovo film è un ritratto veritiero e conturbante di come questi straordinari animali, i pinguini imperatori, riescano a sopravvivere in un ambiente ostile e gelido, dove le temperature arrivano persino a toccare i 40 gradi sotto zero. Parla della loro incredibile forza d’animo che li porta a covare le uova in condizioni proibitive e mostra tutta la loro fierezza e bellezza sia fuori che dentro l’acqua.

Dodici anni dopo la tecnologia è venuta in aiuto di Jacquet che, abbandonando la cinepresa in 16mm (l’unica pellicola all’epoca a resistere al freddo e alle difficili condizioni della luce sul ghiaccio), ha potuto usufruire di videocamere in 4k e di droni che gli hanno permesso di effetturare riprese mozzafiato come mai prima d’ora era stato possibile. In particolare ha potuto riprendere i movimenti dei pinguini sotto la banchisa, grazie anche al coraggio e alla bravura dei tecnici subacquei Laurent Ballesta e Yanick Gentil, che hanno immortalato la grazia di questi animali che in acqua subiscono una vera metamorfosi.

Un film da vedere con tutta la famiglia e che ha un solo difetto, purtroppo nella sola edizione italiana: la voce incerta e imperfetta di Pif, che ha preso il posto di quella matura e calda di Fiorello che ci aveva accompagnato nella visione del primo film.

Mi piace: la fotografia che penetra nell’anima della natura e degli animali

Non mi piace: la voce di Pif, spiacevole e disturbante

Consigliato a chi: vuole scoprire un meraviglioso angolo di mondo difficile da esplorare

Voto: 3

© RIPRODUZIONE RISERVATA