Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è il battitore d’aste di una importante galleria europea. Stimato in tutto il mondo, è un esperto d’arte richiesto quanto intrattabile. Solitario, egocentrico, maniaco dell’igiene, ha due soli amici: Robert (Jim Sturgess), un giovane artigiano esperto nella ricostruzione di meccanismi a orologeria, e Billy (Donald Shuterland), compare di vecchia data che lo spalleggia in truffe milionarie ai danni della sua stessa galleria.
La vita di Virgil prende una piega inaspettata quando viene incaricato di fare l’inventario dei beni contenuti in un’antica villa ereditata da una giovane ragazza, Claire (Sylvia Hoeks), che soffre di agorafobia e non sopporta di mostrarsi in pubblico. Tra i due nascerà una strana relazione di dipendenza reciproca, destinata a sconvolgere le vite di entrambi.
Tornatore confeziona un ibrido tra cinema di genere e d’autore, un po’ come ai tempi de La sconosciuta, un melò surreale sempre sul punto di prendere la strada del thriller, ma indeciso sui tempi con cui farlo, tanto che la storia sembra costantemente in ritardo su se stessa.
Il corteggiamento di Virgil a Claire è un percorso a tappe che si concede il lusso di ripetersi, diluendo la tensione erotica e la pura suspance gialla (c’è di mezzo un automa che prende forma pian piano, pezzo dopo pezzo, e si prepara a parlare…) al punto da annacquarla. Inoltre i più scafati “mangeranno la foglia” molto prima di metà film (non ci sono molte alternative a dove il racconto va infine a parare), compromettendo la catena di svelamenti.
Thriller elegante, con echi del nostro cinema di paura degli anni ’70 – da Argento ad Avati – ma al contempo una dimensione internazionale, mitteleuropea, La migliore offerta ha il pregio e il difetto di essere un film fuori dal tempo, orgogliosamente estraneo alle catalogazioni (e alle attese), ma troppo sotto ritmo (e privo di sorprese) per ambire a un destino diverso dalla pura e semplice curiosità d’essai, per lo meno fuori dall’Italia.
Guarda il trailer e leggi la trama del film
Mi piace
La lezione di grande recitazione di Geoffrey Rush, l’ambizione di girare un melò-thriller dai tempi dilatati, senza inseguire i gusti del pubblico
Non mi piace
Il ritmo della narrazione è troppo basso, e il destino della storia chiaro fin troppo presto
Consigliato a chi
È sempre in cerca di un cinema italiano alternativo alle solite commedie regionali o farsesche
Voto: 3/5
© RIPRODUZIONE RISERVATA