È a J.K. Rowling che dobbiamo l’evoluzione del young adult come lo conosciamo oggi. È stata lei, con i suoi tre protagonisti, a porre le coordinate contemporanee di un genere che continua a sfornare opere in cui i protagonisti adolescenti combattono una qualche forma di forza “oscura”, “aliena” “diversa”, e nel frattempo dibattono con le “banali” questioni adolescenziali.
Dopo Harry Potter un passo decisivo al genere l’ha fatto compiere Hunger Games, con l’introduzione dell’elemento distopico e il contesto post apocalittico. Seguendo la tendenza, La quinta onda, scritto da da Rick Yancey (in Italia edito da Mondadori) è il primo libro di una trilogia che vede la Terra devastata da un’invasione extraterrestre e la razza umana quasi estinta a causa delle “onde” aliene.
Se con la prima onda, un fortissimo impulso elettromagnetico che ha causato un blackout totale, sono morte “solo” mezzo milione di persone, la seconda – una serie interminabile di maremoti e terremoti – ne ha spazzate via ben tre miliardi. Il colpo di grazia è però arrivato con la terza onda – un virus mortale portato dagli uccelli – che ha ucciso il 97% dei sopravvissuti. A quel punto tutti i superstiti erano certi che non sarebbe bastata una simpatica sequenza musicale per trovare un accordo con gli “altri”.
Cassi (Chloë Moretz), 16 anni, è una delle poche sopravvissute. Sola e impaurita non può permettersi di fermarsi: deve salvare Sammy, il fratellino di 5 anni rapito dagli alieni. Con la quarta onda la situazione è notevolmente peggiorata (non diciamo come per non svelare troppo) e come se non bastasse la quinta onda è nell’aria. Di che si tratterà?
Tratto dal primo libro di quella che sarà una trilogia (il secondo romanzo, Il mare infinito, è già in libreria, mentre il terzo uscirà in America a maggio di quest’anno) La quinta onda, poteva essere il degno erede della saga di Hunger Games. Difficilmente andrà così.
La maggior parte dei problemi derivano dallo script che, condensando molti dei passaggi chiave del libro, perde di coerenza logica e costringe lo spettatore – soprattutto nella seconda parte – a una continua sospensione dell’incredulità. La prima mezz’ora – quella degli attacchi alieni – è la più credibile e meglio confezionata (nonostante lo sciatto ed evidente utilizzo della CGI), ma poi il film è un inesorabile avanzare di tutti i cliché del genere young adult (triangolo amoroso incluso) che non scuotono, né stupiscono, nonostante la tragicità degli argomenti trattati (la razza umana è praticamente estinta!).
Delude anche la performance della Moretz, sprovvista di carisma e inadatta al ruolo, intrappolata per un’ora e trenta tra espressioni incredule e imprecazioni continue.
La quinta onda sembra non credere lui stesso nelle proprie potenzialità. Un sequel è altamente improbabile.
Leggi la trama e guarda il trailer.
Mi piace: la maturità e “durezza” della prima parte.
Non mi piace: il costante utilizzo di tutti i cliché del genere.
Consigliato a chi: ama le saghe distopiche.
Voto: 2/5
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