Wicked, la Strega dell'Ovest ha sconfitto la gravità. La recensione
telegram

Wicked, la Strega dell’Ovest ha sconfitto la gravità. La recensione

Cynthia Erivo e Ariana Grande illuminano un musical che diverte, commuove e convince

Wicked, la Strega dell’Ovest ha sconfitto la gravità. La recensione

Cynthia Erivo e Ariana Grande illuminano un musical che diverte, commuove e convince

Wicked
PANORAMICA
Regia
Interpretazione
Colonna Sonora
Sceneggiatura
Fotografia

Da oggi 21 novembre arriva al cinema uno dei titoli più attesi della stagione: Wicked, prima parte dell’adattamento cinematografico in due atti di uno dei musical più amati di sempre. Il lungo viaggio di questa storia (e questi personaggi) attraversa infatti media, opere e linguaggi lontani nello spazio e nel tempo. Eppure oggi il film con Cynthia Erivo e Ariana Grande centra un obiettivo altissimo,  tutt’altro che scontato: convincere i fan storici dell’opera che ha conquistato Broadway e i più esigenti estimatori dell’originale, ma anche intrattenere e conquistare nuove fasce di pubblico, a partire di chi non aveva mai visto lo spettacolo teatrale e non aveva nessuna particolare familiarità con il formidabile duo composto da due amiche decisamente sui generis: Elphaba e Glinda.

Era il lontano 2003 quando Wicked di Winnie Holzman e Stephen Schwartz debuttava a Broadway, imponendosi in tempi rapidissimi come uno dei musical più amati e seguiti di sempre. Tratto dal romanzo del 1995 Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, il musical portava così in scena un testo che era allo stesso tempo il prequel de Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum, la sua rivisitazione e l’origin story di uno dei suoi personaggi più particolari: quella che tecnicamente era a tutti gli effetti l’antagonista, la cattiva, la villain della storia, ovvero la Strega dell’Ovest. E se l’indimenticabile cult movie del 1939 con Judy Garland ci aveva insegnato a conoscere Dorothy e cantare con lei Over The Rainbow, oggi è il tempo di rivedere tutte le nostre convinzioni e lasciarci stregare  proprio dal personaggio di Elphaba (e da quello della sua migliore amica Glinda). Il film ci riporta così la giovinezza di questa figura archetipica, in teoria totalmente negativa, mostrando come in un vero e proprio romanzo di formazione come una lunga storia di emarginazione ed esclusione possa evolversi in direzioni inaspettate. E in questo modo riscatta il cliché, lo stereotipo della “strega cattiva”, mostrando come in ogni villain possano in realtà nascondersi verità e ragioni ben più profonde, ben più complesse di quanto potessimo supporre basandoci solo sull’apparenza, la condanna e il pregiudizio.

Ed è forse proprio la parola verità la chiave di volta del personaggio interpretato magistralmente da una grandissima Cynthia Erivo. Prima di essere conosciuta come quella famigerata Witch of West, infatti, Elphaba è stata semplicemente una bambina, una ragazza, una giovane dalla pelle verde che ha vissuto grandi traumi e soprattutto una storia di continue, sistematiche discriminazioni. Una parabola che è naturalmente lo specchio di tante ferite aperte della società contemporanea, e che può tranquillamente essere assimilata e descritta attraverso termini decisamente meno fiabeschi: razzismo e bullismo. Prima il romanzo, poi il musical e ora l’adattamento cinematografico diretto da Jon M. Chu aggiornano, ridefiniscono e riscrivono l’archetipo, la favola e il mito, aggiornando le figure di Elphaba e anche di Glinda allo spirito del tempoQuella ragazza classificata come strana, problematica e diversa, inizia a studiare all’Università. La sua compagna di stanza Galinda (poi Glinda) si presenta inizialmente come la sua nemesi: bionda, bella, popolare e amata da tutti; apparentemente frivola, eppure pronta a rivelare una sensibilità e soprattutto una forma di solidarietà e altruismo inaspettata, sorprendente e soprattutto autentica. E infine, mentre Elphaba arrivare a scoprire la reale portata e l’unicità dei suoi reali poteri magici, le due si confermano e riconfermano nel mare degli eventi le migliori amiche che possano esistere. Senza fare alcuno spoiler, possiamo certo dirvi che si tratta di una delle migliori opere incentrate sull’amicizia femminile mai rappresentata al cinema. Ovviamente, in attesa degli ulteriori colpi di scena che ci riserverà la seconda parte di Wicked, attesa per la fine del 2025.

Superare la reciproca diffidenza e le apparenti diversità, per scoprire la bellezza della pura, incontaminata amicizia, è uno dei temi portanti di Wicked. Ma a questo si aggiungono molteplici temi, dal rifiuto della violenza contro gli animali alla prepotenza, l’affabulazione, la rete di inganno e menzogna costruita dai potenti a proprio vantaggio, a spese dei più deboli. Ma questo non significa che le nostre co-protagoniste o la vasta schiera dei bei personaggi interpretati da Michelle Yeoh (Madame Morrible), Johnatan Bailey (Fiyero), Jeff Goldblum (Mago di Oz) o Peter Dinklage (doppiatore nella versione originale del Professor Dillamond) siano privi di sfumature, contraddizioni, o che siano tutti facilmente ascrivibili alla schiera dei Buoni e dei Cattivi. Chi temeva un messaggio banale, superficiale (e magari perfino buonista) potrebbe scoprire piuttosto un musical inaspettato da molti punti di vista, tra i quali l’intelligenza sottile del suo linguaggio universale, capace di lavorare non sulla certezza ma sulle contraddizioni, sullo scarto tra le apparenze e le verità che nascondono.

E così comunicare a diversi livelli, colpire l’immaginazione e la sensibilità dei più piccoli come degli adulti. Più che semplice il messaggio di Wicked si rivela infatti essenziale, in aperta (e coraggiosa) antitesi al cattivismo dilagante, al pregiudizio e il rifiuto tranchant di qualunque tipo di prodotto audiovisivo che cerchi di veicolare un messaggio di civiltà a una società sempre più divisa, lacerata e ferita. Elphaba e Glinda si rivelano così figure tutt’altro che banali, mentre le loro due straordinarie interpreti, Cynthia Erivo e Ariana Grande, sembrano ormai correre dritte verso la candidatura ai Golden Globe e agli Oscar. L’evoluzione dei loro rispettivi personaggi, così come quella del loro rapporto di amicizia, travalicano infine i limiti di un certo schematismo proprio di alcuni musical, senza per questo deludere chi si aspetta un’opera stupefacente secondo tutti i tradizionali crismi: per i numeri musicali, le canzoni e i duetti, le soluzioni visive, gli effetti speciali e i plot-twist pronti a incantare con invenzioni continue, sequenza dopo sequenza.

E tra le molte qualità del film, sarà anche importante notare certe similitudini con altri grandi successi dell’ultimo ventennio, dalla serie cinematografica di Harry Potter alla prima stagione di Mercoledì di Tim Burton. L’ispirazione di temi, suggestioni, incantesimi e incanti presenti in queste opere si può rintracciare proprio nel testo originale di Wicked, musical forse non conosciutissimo in Italia, eppure capace di entrare nell’immaginario collettivo a livelli che forse non avevamo ancora messo perfettamente a fuoco. E che ora, secondo un impeccabile cortocircuito post-moderno, tornano a intrattenerci, commuoverci e divertirci attraverso questo grande film popolare, destinato certo a un vasto successo internazionale.

E voi cosa ne pensate? Siete già stati a vedere Wicked? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA