(Versione riveduta e ampliata) – “La trattativa per trovare un accordo fra lo Stato e la mafia, o per ritrovare, dicono alcuni.” La Guzzanti liquida con quest’inciso l’intera storia italiana e i veri inspiegati punti di discontinuità. 1) Perché solo gl’oltre ultimi 20 anni? Come mai solo la c.d. seconda repubblica? Forse poiché l’intento primario se non esclusivo è quello di descrivere Forza Italia quale ingresso diretto della mafia in politica? Cosa giustifica la disattenzione verso il resto dell’arco parlamentare? Pure la Treccani online ricorda che lo sbarco alleato in Sicilia (luglio 1943) avvenne tramite un accordo con Lucky Luciano e i suoi contatti mafiosi siculi. Dopo lo sbarco, la mafia strinse rapporti con esponenti dei partiti al governo, che la legittimarono come forza antisindacale, anticontadina e anticomunista. Mentre le cosche locali si radicavano nel tessuto degl’enti regionali, i mafiosi rientrati dagl’USA fecero della Sicilia la centrale mediterranea del narcotraffico e del traffico d’armi. Reciprocamente, nel 1945 Bugsy Siegel, appartenente alla gang di Lucky Luciano, ottenne finanziamenti dai boss delle Famiglie della East Coast statunitense per la costruzione d’un hotel-casinò, il Flamingo, nel deserto del Nevada, località poi divenuta famosa come Las Vegas. 2) Borsellino non parlò mai di collusione dello Stato in toto bensì di “parti infedeli dello Stato”, “pezzi di apparati dello Stato”. Idem i pentìti: Luigi Ilardo diventò confidente prima della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), gestito dal colonnello del ROS (Raggruppamento operativo speciale) Michele Riccio, e poi di Gian Carlo Caselli Procuratore della Repubblica a Palermo, accusando Mario Mori colonnello dei ROS e Giovanni Tinebra Procuratore della Repubblica di Caltanissetta. Perché la Guzzanti e/o Travaglio non tengono conto di questa distinzione nei titoli dei loro pamphlet? 3) A es., sono i mafiosi stessi ad affermare che i socialisti “prima avevano chiesto i voti e poi avevano fatto la guerra.” Il boss Giuseppe Graviano: “Avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo. E questo grazie alla serietà di quelle persone che non erano come quei quattro crasti [=cornuti] dei socialisti che negl’anni ’80 avevano tradito le attese. Questi erano seri. E chi erano? Canale5, Silvio e Marcello. Ci stanno mettendo l’Italia nelle mani.” Come si spiega un comportamento così “bizzarramente giustizialista” da parte dei craxiani (sostegno del maxiprocesso; nomina nel ’91 di Falcone a direttore generale degl’Affari penali al ministero della Giustizia, con Claudio Martelli, nel tentativo di cambiare le cose dall’interno del sistema. Falcone suggerì di far ruotare i presidenti della Cassazione, così che non fosse sempre Carnevale a occuparsi di mafia, “l’ammazzasentenze” che vanificava tutte le condanne di 1° e 2° grado; 8 giugno ’92: i ministri Scotti e Martelli firmano la prima, vera legge antimafia della storia repubblicana dopo la Rognoni-La Torre sul 416-bis e il sequestro dei beni: il decreto che perfeziona il 41-bis per isolare al carcere duro i boss mafiosi)? E perché mai, ancora una volta, la Guzzanti (o Travaglio) non si e ci pone domande del genere e ancor meno fornisce un qualche straccio di risposta, nella sua ricostruzione in apparenza così curata nel minimo dettaglio? Forse all’attrice-regista interessava soprattutto il finale con la sua solita maschera imitativa di Berlusconi?
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