Ci sono momenti in cui il cinema italiano fa tenerezza. È chiaro che non si trova bene con se stesso, è chiaro che è in cerca di idee per rifarsi i connotati, ma è chiaro pure che non sa che pesci pigliare. La variabile umana è un esempio molto buono.
Milano, oggi. Nella notte neo(n)-metropolitana dei grattacieli eretti per l’Expo, si consuma la tragedia da prima pagina di un imprenditore con il vizio delle ragazzine, trovato morto nel suo appartamento. La stessa notte la figlia teenager dell’ispettore incaricato del caso (Silvio Orlando), viene beccata in periferia a giocare con delle armi da fuoco, e condotta in questura. Indovinate un po’…?
Il film è questo: dura poco, e – fatti alla mano – potrebbe durare anche meno: il colpo di scena è l’unico possibile e l’intera indagine è ridotta a un interrogatorio con la moglie dell’imprenditore (Sandra Ceccarelli). Il resto è la documentazione di un rapporto doloroso – quello dell’ispettore con sua figlia, all’ombra della madre morta – e di una città nevrotica e contraddittoria. La narrazione è ellittica ma, viene da dire, per mancanza di materiale: si ingarbuglia l’ovvio, provando a renderlo meno ovvio; si dosano con il contagocce i dettagli sui personaggi, per farli apparire più ricchi e contorti di quanto dica la sequenza dei fatti. Si cerca, cioè, di barare, anche se con una certa eleganza. Nonostante tutto, non si raggiungono i 90 minuti.
In un certo senso tutto questo può anche star bene, perché il film ha una sua diversità autoriale, che sbandiera con fierezza. Ed è una diversità giusta, anche sperimentale, che Bruno Oliviero – all’esordio nella fiction, dopo varie esperienze nel documentario di inchiesta – applica però a materiale troppo stereotipato e scarno, sia nell’analisi sociale che in quella umana, per andare oltre l’esercizio di stile. È un cinema di persone e luoghi, di polemica sociale, cose che i suoi autori, lo stesso Oliviero con la collaboratrice consueta Valentina Cicogna, conoscono bene. Purtroppo il cinema che nasce da un modo di guardare le cose, senza curarsi troppo delle storie che racconta, resta spesso schiacciato dalle pretese.
Leggi la trama e guarda il trailer del film
Mi piace
Il tentativo di mettere in scena una Milano notturna e moderna, con soluzioni registiche non banali
Non mi piace
Sceneggiatura striminzita, recitazione deficitaria
Consigliato a chi
Vuole esplorare le nuove vie del noir italiano
Voto: 2/5
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