In Italia, “Moneyball – L’arte di vincere” non ha ottenuto, secondo me, il successo che meritava. Molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che nel Bel Paese il baseball non è uno sport molto diffuso e la gente, nel timore di non capirne la storia, si è allontanata dal film. In realtà, il baseball non è che il contorno.
Questa è la storia di Billy Beane (un fenomenale Brad Pitt) che portò una squadra minore della Major League (gli Oakland Athletics) a disputare i playoff acquistando giocatori sottovalutati da tutte le altre squadre, scegliendoli in base a statistiche studiate dal suo assistente Peter Brand (un sorprendente Jonah Hill) attraverso un metodo chiamato, appunto, “Moneyball”.
Brad Pitt offre una delle migliori performance della sua carriera, performance che gli è valsa anche la nomination come miglior attore protagonista agli Oscar 2012 (premio in seguito assegnato a Jean Dujardin).
Jonah Hill offre, anche lui, una buona interpretazione (nomination come miglior attore non protagonista), scollandosi l’etichetta di attore “commerciale” e portando quasi a casa l’Oscar, in seguito assegnato a Christopher Plummer.
Infine, va segnalata la presenza di Philip Seymour Hoffman, che qui interpreta l’allenatore degli Oakland Athletics, il quale vede le sue scelte messe da parte al fine di favorire le teorie di Peter Brand. Non una delle sue migliori interpretazioni, ma stiamo comunque parlando di un attore premio Oscar per “Truman Capote – A sangue freddo”.
La pellicola risulta molto scorrevole, merito anche della fantastica sceneggiatura di Aaron Sorkin, premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale per “The Social Network”, e della accattivante colonna sonora.
Non ci sono dubbi: ci troviamo davanti uno dei migliori film dell’annata 2011, un film che ha collezionato ben sei nomination agli Oscar ed è stato ingiustamente snobbato dall’Academy che ha deciso di lasciarlo a bocca asciutta. Scelta molto contestabile, a parer mio, basti guardare Pitt che per la terza volta si è visto sfuggire il premio sotto il naso.
Il film offre una morale molto interessante: un’idea forte e persone altrettanto forti nel portarla avanti possono prevalere in una società scorretta e quasi sempre guidata dal profitto. Ciò riflette in parte un aspetto della società e cioè la difficoltà di far valere le proprie idee, di uscire dagli schemi.
L’arte di vincere – Moneyball : la recensione di paulinho
