Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero: la recensione di Alessia Carmicino
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Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero: la recensione di Alessia Carmicino

Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero: la recensione di Alessia Carmicino

” Lucy : Aslan?
Aslan : What did you do, child?
Lucy : I do not know , but it was awful .
Aslan : You have chosen yourself, Lucy.
Lucy : I did none of that , I wanted just as nice as Susan.Nothing more.
Aslan : You wished yourself away , and so much more .. your brothers and sisters would Narnia do not even know if you were not around . You have as first discovered remember?
Lucy : I’m sorry.
Aslan : You doubt your own value , do not walk away for who you are . ”

Le feste natalizie generano strane creature sul grande schermo : regalandoci un breve se pur fondamentale periodo di evasione prima che l’anno vecchio si chiuda alle nostre spalle e tutto ricominci freneticamente da capo , sono un’ occasione unica per una o più visioni cinematografiche da godersi con maggior piacere , scatenando di contro al botteghino una guerra che specialmente in Italia assume strane proporzioni ; fra i tanti spettatori partecipanti , molti preferiscono svuotare la testa con un bel cinepattone più o meno ridanciano , mentre altri che non vogliano affidare i figli alla maschera per potersi vedere in santa pace Christian De Sica o semplicemente per proprio gusto scelgono di partire alla volta di luoghi fuori dal tempo dove nessuno possa trovarli insieme a buoni sentimenti e rassicuranti conclusioni : se appartenete alla seconda categoria ” Le cronache di Narnia – il viaggio del veliero ” è sicuramente il vostro film delle feste .
Dopo ” il leone la strega e l’armadio ” , primo episodio invernale e fanciullesco che risentiva un po’ della sua carenza di ” umanità ” ( i quattro giovani attori reggevano da soli quasi tutta la pellicola ) , con ” il principe Caspian ” vecchie foreste e imponenti castelli facevano da cornice a una lotta per il potere dal sapore medievale e Shakespeariano alquanto lontana dalle allegorie e dalle aspettative del precedente . Arrivata infine al terzo capitolo la saga cambia allora registro cedendo il timone a Michael Apted e alla Fox dopo la rinuncia della Disney e di Andrew Adamson riscoprendo ed esplorando territori nuovi e interessanti .
Lasciati indietro gli ormai adulti Peter e Susan pronti a vivere nella loro realtà , le porte di Narnia si aprono stavolta solo ai minori Edmund e Lucy e all’insopportabile cugino Eustache , il ragazzino più lagnoso e antipatico che sia mai esistito dalla notte dei tempi ; non più quindi all’ombra dei fratelli maggiori insieme all’adesso re Caspian , i due ragazzi diventano assoluti protagonisti per combattere un male mutevole , non più incarnato da streghe o uomini corrotti ma da una nebbia di pura malvagità , capace di tradursi nelle loro paure e desideri più segreti .
Nonostante l’ovvia difficoltà di mantenere l’affezione avendo perduto membri del vecchio cast coi quali si aveva ormai familiarità , la pellicola rispetta con cuore sincero la cosmogonia e l’universo dell’opera di C . S . Lewis , scrittore che aveva il dono di far vivere le più semplici e sorprendenti fantasie che un bambino possa concepire ( scagli la prima pietra chi non si è mai nascosto nell’armadio alla ricerca di un altro mondo o non ha sperato di venire risucchiato da un quadro ) : grazie alla grande cura prestata all’ impatto visivo di una terra immaginaria che ora può davvero correre a briglie sciolte verso le più fantastiche espressioni , il film riesce dunque a reggere altrettanto egregiamente la dimensione più religiosa e mistica propria del romanzo (le tentazioni che i personaggi devono affrontare , la tavola di Aslan alla quale chiunque è benvenuto e l’evocativo finale parlano da sè ) , preservando anche la più sottile se pur ovvia delle metafore : un difficile viaggio è la scoperta della propria unicità contro ogni insicurezza , rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta , dal dubbio all’illuminazione , che può arrivare a compimento solo grazie alla fede ( per una saga meno teocratica e più empiricamente orientata si consiglia di cambiare soggetto e rispolverare ” la bussola d’oro ” di Philip Pullman ) .
Fa di certo un po’ tristezza che alcuni dei momenti più succosi e affascinanti di questa traversata verso isole dai nomi inquietanti , contro una forza misteriosa e terribile in grado di leggere nella mente i più profondi timori e con la guida di una luminosa stella dalle sembianze di una bellissima giovane , fino alla grande battaglia per giungere ai confini del mondo , rischino quasi di sapere di già visto quando invece sono state altre più recenti produzioni ad attingervi (quanto può essere traumatizzante scoprire che ” pirati dei caraibi ” , “stardust ” e persino ” LOST ” possano aver trovato ispirazione in un libello per ragazzi scritto nel 1952 che nessuno pensava sarebbe mai finito sugli schermi …) .
Dolente oltre ogni limite e disastroso è invece l’uso del 3D : pur contando su effetti speciali di ottima fattura e su una fotografia che nelle sgargianti sfumature dell’ azzurro dell’oceano e del rosso del tramonto si affina perfettamente a un esotica ambientazione , il film rischia di soffocare sotto la cappa di una tecnologia tridimensionale farlocca e assolutamente inutile alla storia : troppo lungo sarebbe l’argomento per affrontarlo in questa sede , ma a quanto pare non vogliono proprio capire che la stereoscopia in postproduzione non solo produce risultati mediocri e avvilenti (nessuno sdoppiamento è percepibile togliendo i famigerati occhialini ) ma oltretutto toglie smalto a un prodotto che sarebbe stato meglio compreso e ammirato nella sua forma originale e senza causare passaparola negativi da parte di un pubblico deluso e sfiduciato ( possibile spiegazione del disastroso risultato al botteghino americano) .
Ciononostante , se si è arrivati in sala con coscienza e non per costrizione si riuscirà lo stesso ad entrare a Narnia e ad apprezzarne la magia e il significato : in fondo siamo sempre rimasti lì , a fissare quel quadro raffigurante l’oceano appeso in salotto , solo per ritrovarci dall’altra parte a nuotare fra le sue onde .

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