In un’epoca dove molti film vincono l’Oscar, ma pochi lo meritano veramente, l’Accademy ha il buon gusto però di selezionare tra i nominati al Miglir film, opere che sono dei veri capolavori (Toy Story 3: La grande fuga, Hugo Cabret, The artist, The Help, Il Lato Positivo, Re della Terra Selvaggia, Zero Dark Thirty) “Les Misérables” rientra tra questi. Diretto dal regista premio Oscar per il suo ottimo “Il Discorso del Re”, Tom Hooper decide di realizzare la versione musical del classico di Victor Hugo, ottimo e realistico affresco della Rivoluzione Francese, ma la vera novità è che il regista sceglie che gli attori cantino dal vivo, come in teatro, davanti alla macchina da presa, una vera e propria sfida, e quindi ogni attore interprete di questo film è degno di merita.
Per rappresentare al meglio la vicneda Hooper sceglie un cast all-star, con un sublime protagonista Hugh Jackamn, un inedito ma veramente bravino Russel Crowe, i giovani Amanda Seyfried e Ediie Redmayne, i folli e ironici Sacha Baron Choen e Helena Bonham Carter, una delle attrici più talentuose del momento, ma tra tutti spicca Anne Hathaway, superba come sempre, la sua parte non durerà più di un quarto d’ora ma il suo sguardo penetrante e il suo numero musicale, il migliore del film, straziante e commuovente ha spiaziato il mondo intero, dimostrando in una manciata di sequenze, quanto c’è di nobile e di ammirevole nell’arte della recitazione, ma devo dire che tutto il cast è degno di merita.
La storia è quella che più o meno tutti conoscono, Jean Valjean schiavo liberato, intraprende una lunghissima scala sociale per diventare da ladro un signore, aprendo un’industria, ma la sua felicità è minacciata dal suo aguzzino l’ispettore Javert (Rusell Crowe), che non si darà pace finchè Valjen non sarà consegnato alla “giustizia” se così si può definire, ma il vero riscatto sociale di Valjen arriverà quando si prenderà cura prima della disgraziata operaia Fantine (Anne Hathaway) e alla sua morte di sua figlia Cosette (Amanda Seyfried), la quale verrà liberata dalle grinfie dei perfidi Thènardier (Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen), ma anche con il passare di decenni anni Valjen non potrà vivere serenamente perchè è sempre ricercato ossessivamente da Javert fino ad un finale che muterà le vite di tutti.
Questo splendido film non solo si può definire un capolavoro perchè sotto ad una eccezionale colonna sonora si presenta la strutta del romanzo di Victor Hugo, ma il regista con la sua scelta di cantare dal vivo, con i suoi perfetti primi piani, non fa altro che sottolineare la drammaticità dell’opera non che ciò che veramente Hugo voleva esprimere, e alcune canzoni non sono altro che la metafora di alcuni sentimenti che pervadono il romanzo.
Il regista rappresenta perfettamente ciò che esprime Hugo, un dramma sociale corale per denunciare la non giustiza fatta dalla legge, la libertà, i diritti dell’uomo, e Hooper ci riesce alla perfezione, dando un taglio pessimistico e realistico della Rivoluzione francese. Il culmine di ciò avviene nella scena finale, dove il concetto di libertà, uguaglianza dei diritti e unione si può raggiungere solo nell’aldilà, mentre la pace nella vita terrena non si raggiungerà tanto facilmente. Ma l’unica pecca del film è che pochissime volte il regista si perde in un enfasi che poteva essere evitata, ma ciò avviene solo nella parte della preparazione alla rivoluzione francese anche se riflettendoci su era necessario. Oltre agli attori e alla colonna sonora perfetto è stata anche l’accuratissima ricostruzione storica. Sconsigliato a chi non ama il musicla perchè questo film è al 99 % cantanto.
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