Una lunga sequenza della durata di almeno 8 minuti ci presenta la stazione pilgrim, all’interno il suo equipaggiamento composto dal medico di bordo Jake Gyllenaahl, dall’aggiustatutto, Ryan Reynolds e dal comandante Sarah Fergunson più altri tre dell’ equipaggio. Missione: recuperare frammenti dalle sonde inviate su marte e poi recuperarle. Il titolo posto dopo questa lunga sequenza non è un caso, un avvertimento di ciò che andiamo ad assistere, questo pezzo di vita, nato prima come un piccolo masso di cellule, poi provocato alla crescita e diventato insistentemente feroce, da qui inizia il fanta-horror.
Sarebbe anche un bel progetto d’intrattenimento se non per la fiacchezza dei dialoghi, incalzati da una buona dose di suspense e bravi caratteristi con un budget di un film di serie b.
Tutto il film ci riporta al vecchio argomento della fantascienza; la sopravivvenza,
La conoscenza dell’equipaggio si spinge al tal punto da rischiare la vita e combatterla, con un finale sorprendente e alquanto agghiacciante.
Life: la recensione di francesjulia
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