Sul grande schermo torna il cinema di impegno civile grazie a un esperto come Giuliano Montaldo. L’industriale racconta infatti l’attuale crisi economica e le sue ripercussioni nel nostro paese. La storia è quella del piccolo imprenditore Nicola Ranieri (Pierfrancesco Favino) che lotta contro il tempo per salvare l’azienda lasciatagli dal padre, un ex operaio divenuto proprietario grazie anche all’aiuto dei colleghi.
La congiuntura economica non permette più alle banche di aiutare gli imprenditori e la fabbrica rischia di finire in mano alle società finanziarie, che prestano il denaro a condizioni da usura. Nicola potrebbe facilmente salvare la situazione facendo intervenire la ricca suocera (Elisabetta Piccolomini) o la moglie, giovane ereditiera, (Carolina Crescentini), ma è troppo orgoglioso e vuole farcela da solo. Proprio questa sua tenacia lo porta però a chiudersi in se stesso e a trascurare la moglie, che inizia a frequentare di nascosto un garagista rumeno che la corteggia.
Thriller “emotivo” che mostra personaggi e situazioni senza giudicarli, L’industriale ha il pregio di essere legato alla stretta attualità, nonostante sia stato pensato ormai 4 anni fa. Attraverso una elegante regia Montaldo, che per acuire il dramma si avvale di una fotografia desaturata al limite del bianco e nero, fa muovere gli attori all’interno di uno scacchiere in cui ogni pedina è solo apparentemente autonoma: le fabbriche occupate, le ansie delle famiglie degli operai, le proposte al limite della decenza per ridare liquidità all’azienda, tutto fa parte di uno scenario in cui ciò che prevale è la solitudine del protagonista, sempre più privo di punti di riferimento. Prima di fronte al crollo del mercato, e poi a quello del rapporto con la moglie, eroso da una gelosia che diventa pian piano ossessione.
Interpretato da protagonisti in parte, due intensi Favino e Crescentini, L’industriale sconta però qualche debolezza nella sceneggiatura e nell’uso delle musiche, che sembrerebbero più adatte a un prodotto televisivo.
Leggi la trama e guarda il trailer del film
Mi piace
La capacità di Montaldo di costruire un film di impegno civile strettamente legato all’attualità economica
Non mi piace
Una confezione che, elegante fotografia a parte, nello sviluppo del racconto assume modi un po’ troppo televisivi
Consigliato a chi
A chi cerca un cinema italiano diverso, che sappia guardare in faccia la realtà e riproporla non solo con i toni della commedia
Voto: 3/5
© RIPRODUZIONE RISERVATA